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domenica 15 novembre 2009

Avevamo un sogno

Obama
E come potevamo noi sapere? Come potevamo noi a cui avevano insegnato solo gli uomini primitivi, gli Assiri e i Babilonesi, gli Egiziani, i Romani e poi di lì a seguire fino a qui, e niente di niente ci avevano detto di quell'altra umanità agli antipodi della nostra latitudine che si era evoluta nella filosofia e nella tecnica quando ancora balbettavamo vocali e consonanti?

Poi aprimmo gli occhi e fu un diluvio. Chi leggeva, chi partiva, chi leggeva e subito dopo partiva. Il viaggio in Oriente era stato un passaggio obbligato per inquieti intellettuali europei nella prima metà del Novecento. Negli anni Settanta di quel secolo divenne "il viaggio" di una generazione. Via terra, mesi e mesi di treni, autobus, camion, autostop, alla ricerca delle spiegazioni esistenziali a cui la nostra cultura occidentale non aveva saputo dare risposte soddisfacenti. Fu un'epopea. Qualcuno si perse e non tornò più, i più tornarono senza riposte. Furono pochi quelli che riuscirono a capire, almeno da uno spiraglio, quel mondo che aveva marciato parallelo al nostro senza nervature comunicanti.

Seguì un sogno collettivo. Che il grande balzo in avanti sarebbe avvenuto, e anzi poteva quasi essere alle porte, dall'abbraccio d'amore di quelle due parti del pianeta che per tutta la storia dell'uomo pensante si erano ignorate. Ci credevamo, e la delusione che ne seguì fu il massacro di tante speranze.

E poi l'abbraccio ci fu, ma non era il futuro agognato. Fu un abbraccio di dollari, di mercati, di sfruttamento senza limiti e senza cotrolli. Fu la cosiddetta globalizzazione.

Obama sta facendo il suo viaggio in Oriente. Ma i tempi delle generose utopie e dei sogni caldi di passione sono finiti.

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18 commenti:

  1. Bellissimo e poetico questo post

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  2. Ben pochi occidentali andarono in Cina con la visione da te scritta. Uomini come Joseph Needham e Tiziano Terzani. Gli altri, a cominciare dal tragico commercio d'oppio e la Boxer war, andarono in China soltanto per cupidigia e sfruttamento. Prima avvelenarono i chinesi con le droghe e poi li definirono "gli uomini deboli dell'est".
    Questi traumi storici non verranno mai dimenticati dal popolo chinese.

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  3. Invece di orientalizzare l'occidente è successo il contrario, si occidentalizzato l'oriente.
    Con la perdita di un valore culturale non indifferente, Terzani nei suoi libri lo sottolineava spesso.

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  4. Probabilmente sono tutti talmente impegnati ad esportare la democrazia altrove che non si sono resi conto che, nel frattempo, qua ne hanno importata un'altra...

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  5. già....
    davvero un bel post, Al!
    grazie,
    g

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  6. Le utopie sono così,non fanno parte di questo mondo però ci aiutano a vivere.

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  7. Pensa che proprio oggi ho postato sulla Cina, o meglio su ciò che rimane della Cina...

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  8. Avevate un sogno, qualcuno ha pensato bene di trasformarlo in un prodotto in scatola da vendere sul mercato...

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  9. "La porta proibita" di Terzani è il libro che racconta questa storia di scelta entusiasta (mandò persono i suoi figli alla scuola cinese) seguita da una amara delusione. Il maoismo si è rivelato una tirannia piuttosto cieca, ma il "comunismo capitalista" della Cina di oggi non è certo meglio.
    L'occidantalizzazione dell'Oriente è iniziata però dal Giappone. Mishima passò per un nostalgico fascistoide, in realtà il suo suicidio pubblico fu una protesta proprio contro la perdita delle tradizioni giapponesi minate da quella proto-globalizzazione nipponica.
    Insomma, alla fin fine aveva più ragione Mishima di Mao e dei comunisti cinesi (o pseudo tali).
    Come scrisse Shakespeare nel Macbeth, "Fair is Foul and Foul is Fair".

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  10. Botanicus
    Io però non posso credere, proprio non posso credere, che i millenni di cultura alle spalle che ha l'Oriente possano essere spazzati via dai grattacieli.

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  11. Ricordiamoci che uno dei genitori di Obama era indonesiano e che lui è l'altra medaglia della globalizzazione, quella magari anzi, certamente utopica, ma "buona", almeno nelle intenzioni. E poi, che grande icona pop sta diventando!
    grazie Alberto

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  12. Bel post. Il "G2" ci attende.

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  13. @ Alberto.

    Il mio compagno di ufficio ha studiato l'hindi e il giapponese. Mi dice che in quelle lingue ormai da tempo si traslitterano abitualmente parole anglosassoni nei rispettivi alfabeti (con tutti i problemi fonetici che ne derivano) invece di usare le parole autoctone che dicono (meglio) la stessa cosa. Il film indiano "Il milionario" ci mostra come, a prescindere dai millenni di storia e di cultura, ormai le possibilità di riscatto e di futuro sono viste nel sistema occidentale.
    L'Oriente raccontato da Fosco Maraini (come annota lui stesso nelle ultime edizioni dei suoi magnifici libri) è scomparso. Sugli altopiani tibetani, allora così belli e silenziosi e puliti, girano i camion. I prodotti sono in plastica.
    D'altronde, noi che siamo (saremmo...) i discendenti dei Greci e dei Romani, negli anni Sessanta mettevamo i mobili di noce e di legno massiccio nei pollai (o magari li davamo a qualche antiquario, basta che ce li portasse via...) e per la casa prendevamo quelli "belli" e "moderni" di fòrmica. Usavamo (usiamo?) gli anticrittogamici perché "sono moderni" e "fanno rendere di più". E così via.
    Perché altrove gli uomini dovrebbero essere diversi da noi?

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  14. gian paolo16/11/09 17:11

    Obama sta facendo il suo viaggio in Oriente. Ma i tempi delle generose utopie e dei sogni caldi di passione sono finiti.
    Non ne rimane più nemmeno un bricciolo.
    Dopo l'incontro col presidente cinese, a Copenaghen non ci sarà nessun accordo sui tagli alle emissioni di anidride carbonica.

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  15. gian paolo16/11/09 17:16

    Mi è scappata un "c" in più; mi correggo: briciola.

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  16. Bellissimo post Alberto, ma il nostro sogno era basato sul Kataj e sul Milione di Marco Polo, sono sicura che la loro storia la conosciamo meglio noi che loro.

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  17. Botanicus, nel caso della Cina ci fu la voluta distruzione da parte di Mao, durante la Rivoluzione Culturale, della grande maggioranza di antichita' pubbliche e private, inclusa l'eliminazione o imprigionamento di intellettuali, scrittori, artisti e pensatori di ogni genere. Un tragico errore che ha fatto scomparire nel vuoto il patrimonio culturale di un intero popolo ed ha poi permesso la "modernizzazione" del paese su basi puramente occidentali.

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