Pagine

martedì 17 novembre 2009

L’Italia di oggi è distrutta

PasoliniL’Italia di oggi è distrutta come l’Italia del 1945. Anzi, certamente la distruzione è ancora più grave, perché non ci troviamo tra macerie, sia pur strazianti, di case e monumenti, ma tra "macerie di valori": valori umanistici e, quel che più importa, popolari. Come quelli del 1945 gli uomini di potere italiani – a causa non solo della distruzione che hanno operato, ma soprattutto a causa dell’abiezione dei fini e della stupida inconsapevolezza con cui hanno operato - sarebbero degni di un nuovo Piazzale Loreto. Che certo – fortunatamente e sfortunatamente – non ci sarà.
Pier Paolo Pasolini


[*]

Technorati Tags:

18 commenti:

  1. Di un'attualità impressionante.

    RispondiElimina
  2. A volte si rimane impressionati da come certi discorsi diventino attuali anche decenni dopo.

    RispondiElimina
  3. Quanti hanni fa scrisse queste cose Pasolini?

    RispondiElimina
  4. usa una parola chiave fondamentale su cui riflettere:


    INCONSAPEVOLEZZA

    E' l'inconsapevolezza del popolo a creare tutto questo.
    Ed essa è volutamente coltivata dalle classi dirigenti:

    cultura scadente, media scadenti, scuola scadente, università chiuse, cibo scadente, canzoni scadenti, sanità scadente ....

    ecco come si alleva un popolo succube e sottomesso.

    RispondiElimina
  5. Pasolini ha avuto una capacità di premonizione geniale: ciò di cui egli vedeva i primi segnali, in questi quarant'anni ha dispiegato in pieno i suoi effetti. Il condizionamento delle menti, fino al loro ottundimento, mette in crisi lo stesso concetto di democrazia, dovremmo riflettere su questo, quando corriamo dietro ad espressioni vaghe, fino all'ambiguità, come "libertà di stampa".

    RispondiElimina
  6. Pasolini il discorso, o meglio, uno dei tanti discorsi sul futuro, Feltrinelli aveva indivuato qual'era il mezzo per l'omicidio di massa dei cervelli.

    RispondiElimina
  7. Pauroso come c'abbia preso.

    RispondiElimina
  8. Queste amare considerazioni furono scritte assai prima che il cavaliere scendesse in piazza e senza l'esistenza delle ghedinate quotidiane, delle infinite leggi porcata e di tutto il marciume che sta asfissiando l'Italia.
    Non speriamo quindi in un cambiamento positivo dopo il regno di Berlusconi perche' il marcio e' nel midollo di questo paese.

    RispondiElimina
  9. Vero, di un'attualità straordinaria.
    Ma ... sono tentata di associarmi al pessimismo di Joe. :(
    g

    RispondiElimina
  10. Senza dubbio Pasolini ha letto nell'indole di questo popolo o per lo meno di una buona fetta che difatti consente e fa sì che si verifichino situazioni aberranti come l'impero si S.B.

    RispondiElimina
  11. Una mente libera e superiore nata in un paese che non l'ha mai capito fino in fondo.

    RispondiElimina
  12. E' difficile trovare parole piu' esaurienti per descrivere l'Italia di oggi.Quello che mi preoccupa di piu'e'la dilagante indifferenza rispetto a cio' che ci sta accadendo.La maggioranza degli italiani sembra essere comunque soddisfatta della situazione.

    RispondiElimina
  13. Purtroppo, Berlusconi non è la causa, ma l'effetto di questo andazzo italiano. Pasolini aveva intuito tante verità intellettualmente scomode, tra cui il fatto che il Sessantotto fosse stato fatto dai figli della borghesia (anche piccola), che potevano studiare, mentre i figli del popolo stavano altrove, e quelli del Sud in Polizia (perché era l'unico lavoro garantito).
    Pasolini scriveva questa riflessione quando la televisione dava ancora, in prima serata, film di Bergman, di Buñuel, di Tarkovskji, di Truffaut. Poi gli italiani hanno creduto - o qualcuno ha fatto credere loro - che le televisioni private avrebbero contribuito, con la concorrenza, a migliorare la qualità dei programmi. Con la conseguenza che ora i reality li fa anche la RAI, e i due colossi televisivi fanno a gara a chi fa i programmi peggiori (come qualità) ma più efficaci nel rimbambire - o rendere inconsapevole - il pubblico. Tarkovskji o Buñuel o Truffaut se va bene li fanno alle due di notte, quando la gente dorme perché deve pur lavorare per vivere. Si difendono ancora parzialmente La 7 e Rai Tre, che qualche programma di inchieste serie o di formazione scientifico-culturale lo fanno, ma senza aspettarsi un grande risultato di "audience".
    Il problema grosso è che, a destra e a sinistra (o pseudo tale), si ritiene preferibile (magari senza dirlo apertamente, ma la sostanza non cambia) essere furbi che onesti, fare i propri interessi che quelli collettivi, eccetera. Un Paese dove quasi nessuno rispetta le regole è un paese senza moralità. No, Berlusconi può anche andarsene, ma il berlusconismo (che è stato craxismo, che è stato doroteismo, che è stato fascismo, e che avrà chissà quale nome - e però avrà sempre la stessa sostanza di ipocrisia e di amoralità politica) rimarrà, a meno di uno sconvolgimento inimmaginabile. La Resistenza non è bastata a "ripulirci". In Francia, tutti i personaggi compromessi col governo di Pétain e con gli occupanti tedeschi dopo la guerra sono stati epurati. Da noi hanno continuato imperterriti a fare i loro danni, anche nei comportamenti pubblici. Questo era il dato che amareggiava Fenoglio (si leggano i suoi Epigrammi, pubblicati da Einaudi) e tanti altri che invece nell'effetto catartico della Resistenza (che è stata un fenomeno non sempre "trasparente" e comunque di minoranza, come il Risorgimento, come tutti i grandi momenti storici italiani) avevano creduto.

    RispondiElimina
  14. Le analisi di Pasolini si sono rivelate indubbiamente profetiche...
    E perchè?
    Penso che sia importante, chiedersi questo.
    Io credo che dipenda dal fatto che era oltre che un grande artista ed un serio intellettuale, soprattutto un uomo che ragionava in maniera CRITICA.
    Un uomo quindi che non si limitava a constatare l'esistenza di certi fenomeni, ma che cercava di "leggerli" alla luce della storia del Paese e di spiegarli in modo mai consolatorio o semplificante.
    Oggi, nel mondo degli artisti e degli intellettuali prevale il disimpegno o la sterile provocazione (che spesso rasenta l'insulto, come in Sgarbi).
    Forse, l'unico che possa essere associato a Paolini è Saviano. Non a caso, tanti prendono le distanza da lui, anche ai più alti vertici dello Stato.
    Ciao.

    RispondiElimina
  15. i termini sgarbi e intellettuale non sono grammaticalmente convissibili nella stessa frase, per non parlare di moralita'.

    RispondiElimina
  16. Sottoscrivo con amarezza il pensiero di Johnny. Quanto a Pasolini: http://zaio.blogspot.com/2008/12/anche-questo-mi-nuoce.html
    e anche io non sto mica bene...

    RispondiElimina
  17. Ma l'ha scritto ieri da lassù? L'attualità di queste parole è disarmante.

    RispondiElimina