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giovedì 26 novembre 2009

Non esiste nessuna norma europea sulla privatizzazione dell'acqua

acqua

Nei giorni scorsi a proposito della legge sulla privatizzazione dell'acqua lo abbiamo sentito ripetere fino alla nausea acustica come un mantra stonato "dobbiamo adeguarci alle direttive europee".

Ma qualcuno ha mai letto o sentito di quale direttiva europea si trattasse? Nessuno, perché questa direttiva non esiste. Sembra incredibile eppure è così. Possibile che nessun giornalista o politico dell'opposizione si sia preso la briga di indagare su quella norma dell'Europa che ci costringeva a vendere le nostre acque a società private? Possibile. Abitudine, pigrizia, inettitudine o malcelato interesse davano per scontata una "verità" che in realtà era una colossale balla.

Il decreto-legge Ronchi approvato (con l’ennesimo voto di fiducia) anche dalla Camera dei deputati il 19 novembre 2009, all’articolo 15, ribadisce proprio questo concetto, e cioè che è necessario privatizzare il servizio idrico "per adeguarsi alle direttive europee".

La verità è che si è votato (in Parlamento) e si sta accettando (nel Paese) qualcosa che non esiste, perché le due direttive europee in questione (92/50/CEE e 93/38/CEE) si limitano a chiedere che vi sia concorrenza per i servizi pubblici nazionali e locali, ma escludono da logiche di mercato proprio il servizio idrico.

L’Unione europea non si è mai sognata di chiedere a nessun Paese membro di privatizzare l’acqua e i servizi idrici. Almeno non attraverso il proprio Parlamento e i propri atti ufficiali. Al contrario: la cosiddetta "direttiva Bolkestein" tiene fuori dalla libera circolazione dei servizi proprio il servizio idrico e affida ai singoli Stati membri il compito di stabilire quali siano i servizi "a interesse economico" e quali quelli "intrinsecamente non a scopo di lucro".

Per questi ultimi, ogni singolo Stato può sancire il divieto totale di apertura al mercato.

Fra un po' ci faranno credere, se non l'hanno già fatto e non ce ne siamo nemmeno accorti visto il grado di rincitrullimento generale, che gli asini volano. E noi tutti col naso in su a guardare.

22 commenti:

  1. http://www.partitodemocraticoimperia.org/index.php?option=com_content&view=article&id=507:sulla-privatizzazione-dellacqua

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  2. Sono sempre più convinto che se mai ci sarà un cambiamento nello scenario politico nazionale,ma sono mooolto scettico,verrà dal basso per qualcosa proposto da chi si è stancato.Anche i partiti di opposizione non sanno rappresentare lo scontento generale

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  3. Grazie dell'informazione, non ne ero a conoscenza, anche se a ripensarci bene la Francia sta tornando sui suoi passi per quel che riguarda l'acqua..

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  4. Una volta c'era la frase "l'hanno detto in TV" a sancire l'autorevolezza di un'affermazione... Ora si è aggiunta "è previsto dalla normativa europea".
    Che merda! :-(
    L'opposizione ovviamente non esiste perchè certi "affari" sono bipartisan (anzi, multipartisan)

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  5. Grazie per l'informazione. L'Europa é sempre presa come ombrello. Come quando la Lega sostiene a Ballarò che esiste una Direttiva europea che impone la sentenza di condanna per espellere un clandestino, invece...http://saveriofulci.blogspot.com/2009/11/ballaro-la-lega-ed-il-reato-di.html

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  6. Oggianni
    Grazie per il link, però all'interno del Pd qualcosa deve essere chiarita su questa questione.
    Sono i senatori di questo partito Filippo Bubbico e Giovanni Procacci ad avere presentato l'emendamento che dice che l’acqua, come risorsa, resta pubblica, ma la gestione dev’essere privata. Esattamente ciò che voleva il governo. Tanto è vero che il senatore Gasparri e il ministro Ronchi hanno elogiato e applaudito il duo Bubbico-Procacci, che si è poi vantato di aver scongiurato con il proprio emendamento la privatizzazione dell’acqua.

    E che dire poi di D'Alema che nel 1999, quando era capo del governo, voleva vendere all'Enel l’acquedotto pugliese all’Enel per 3.100 miliardi di lire, ma l’affare saltò?

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  7. l'avevo già letto in un paio di posti nei giorni scorsi.

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  8. Vorrei non sapere leggere, vorrei non avere orecchie. Sono schifata, più mi informate più il mio fegato ne risente.
    Grazie Alberto.. anzi no, il mio fegato si dissocia dal ringraziamento.
    Schifo
    Schifo il voto di fiducia
    Schifo l'asservimento alle direttive europeo, peraltro inesistenti
    Schifo ai nostri politicanti

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  9. ... e l'europa è un fardello quando fa comodo che sia un fardello, mentre è l'ombrello quando fa comodo che sia un ombrello...

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  10. Com'è che non mi stupisce..?

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  11. Alberto,
    guarda sul grado di rincitrullimento del cittadino medio sfondi una porta aperta, ma in democrazia a fermare il "governo" , in un paese serio, dovrebbe esserci l'opposizione; ora l'opposizione dicasi pd o altri ha gli stessi interessi del governo verso le lobby ( vedi coop o unipol ) ....quindi il nostro paese e' destinato e rimanere per sempre nell'età della pietra...

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  12. Sino a quando il popolo gregge non avrà fame, saremo sempre in pochi a indignarci.
    Non siamo da terzo mondo, siamo sotto una dittatura soft per colpa di una popolazione lobotomizzata dai mezzi di comunicazione.

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  13. Nel gennaio 1994 fu approvata la cosiddetta Legge Galli (la 36/94) che scindeva il momento del governo della risorsa idrica (rappresentato dai cosiddetti Ambiti di Gestione Ottimali, individuati per ogni regione sulla base dei bacini idrografici) e il momento dell'erogazione del servizio (affidato al Soggetto Gestore del Servizio Idrico Integrato - acquedotto e fognatura - che avrebbe dovuto nascere, per ogni ambito, dall'unificazione delle vecchie aziende municipalizzate, consortili, speciali, ecc. in una unica S.P.A. però a controllo pubblico).
    Questa operazione poteva essere razionale, in quanto introduceva un criterio di economia di scala riducendo il numero eccessivo (e poco funzionale) delle aziende pubbliche. Si introducevano anche criteri che consentivano di derogare "in meno" (in condizioni di particolare "meritorietà" o qualità della gestione) alla tariffa unica di ambito, calcolata dall'Autorità di Ambito in modo da coprire sia i costi per la mera erogazione che quelli per gli investimenti necessari al potenziamento e al miglioramento delle reti idriche e degli impianti di depurazione. Quindici e passa anni dopo, il criterio è stato completamente stravolto, dicendo che il capitale pubblico non può più detenere quote maggioritarie nelle aziende che gestiscono il servizio idrico integrato.
    Il rammendo è però peggio del buco cui vorrebbe rimediare. É chiaro che in un'azienda a capitale pubblico le nomine dirigenziali e amministrative sono condizionate dalla corrente politica di maggioranza negli Enti che detengono il pacchetto azionario, e questo il nuovo divieto di possedere la maggoranza delle azioni, almeno formalmente, lo eviterebbe. Si innesca però un rischio opposto e peggiore: che i nuovi e potenti padroni (privati) di queste aziende che gestiscono i servizi idrici diano il loro appoggio finanziario alle campagne elettorali dei politici che meglio rappresentano i loro interessi, e li facciano eleggere. Succede già spesso (fin troppo) con le aziende che gestiscono i lavori pubblici o i rifiuti. Perché è chiaro che l'elettore tendenzialmente vota per chi gli si presenta meglio con una campagna elettorale più efficace (e costosa), mentre il candidato che sostiene posizioni nobili e sacrosante, ma non ha i mezzi per farsi conoscere, difficilmente viene votato (visto che il voto ideologico o di bandiera non c'è più).
    Meglio, dovendo per forza scegliere tra le due alternative, un manager scelto dai politici (che qualche volta possono anche azzeccarci, nella scelta) che non dei politici scelti dalle aziende sulla base dei propri interessi.
    Il peggio sarebbero dirigenti pubblici scelti o controllati da politici a loro volta scelti e controllati dalle aziende private - ed è qui che l'Ente pubblico casca, perché la politica che prevale in tal caso è è quella di non farlo funzionare, soprattutto per quanto concerne i controlli su chi specula, danneggia, froda, ecc (ma anche per lasciare libere fette di mercato in settori(come quello delle scuole o della sanità, o dell'acqua, o dei rifiuti...) ambìti dai privati perché vantaggiosi.
    E con tutto questo siamo ancora convinti che il nostro maggior problema sono quei poveracci che arrivano con i barconi? I Leghisti sono i peggiori, in questa azione diversiva volta a distogliere l'attenzione dai veri problemi italiani!

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  14. come si direbbe dalle nostre parti: oh Scignù! ci me segnu e ci lampa!!!
    ........
    ke dire???

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  15. Grazie molte c.e.g. per l'esaustivo commento.

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  16. Posso suggeriree la lettura di questi due link?
    Link n. 1:
    http://ilgiornalieri.blogspot.com/2009/11/gli-opinionisti-alla-ricerca-dellacqua.html
    Link n. 2: http://ilgiornalieri.blogspot.com/2009/11/lacqua-privatizzata-il-vero-problema-e.html
    Grato se vorrete commentare.

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  17. Martedì 1 novembre alle 21 al circolo Arci ci sarà la riunione del forum imperiese per l'acqua. Come sempre questi provvedimenti a favore di pochi costringono molti a radunarsi e agire in locale: se si vincolano i comuni e gli enti a gestire meglio le proprie risorse non c'è bisogno di svenderle o prostituirle.
    Vi segnalo proprio in questi giorni l'uscita di un mio romanzo sulla situazione degli acquedotti a Genova: Dell'approvvigionamento idrico della città di Genova - Frilli Editori.
    E' una fiction, ma scrivendola mi sono documentato e ora conosco un po' meglio i meccanismi del settore "Multiutility" che frutta ogni anno milioni di euro nell'alta finanza.


    Trovate qui la scheda:
    http://www.frillieditori.com/books/approvvigionamento.htm
    Sul sito http://www.frillieditori.com c'è il primo capitolo.

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  18. Ormai è chiaro che abbiamo GOVERNI A SCOPO DI LUCRO.

    Riguardo le privatizzazioni in genere:

    sono stanca di chi dice che tutto ciò che è pubblico è pachidermico e inefficiente, e ciò che si privatizza diventa per magia più efficiente perchè taglia gli sprechi.

    Chi la pensa così perchè allora non si fa privatizzare anche LE PALLE ...così, in nome di maggiore efficienza....

    "eh no, le palle sono mie"

    Ah ecco.
    Beh pure l'acqua, vorrei aggiungere.

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  19. Io non capisco. La questione della distribuzione dell'acqua potabile è una faccenda seria, non si può liquidarla con delle battute ad effetto, per quanto divertenti.
    Qualcuno si è preso la briga di leggere i due link che ho segnalato nel mio commento precedente? Se sì ha niente da dire? Se non l'ha letto, allora di cosa parlate?

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  20. giaravel, visto che ne sai tanto da avere scritto addirittura un libro, perchè non commenti i link che ho segnalato nel mio precedente commento?
    La promozione l'hai fatta, adesso commenta, o è tantino difficile?

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  21. Leggete un po' qui:
    http://ilgiornalieri.blogspot.com/2009/11/ancora-in-materia-di-privatizzazione.html

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  22. Giulia G.7/6/11 20:02

    Salve, vorrei avere dei chiarimenti se è possibile. Dubito ,che le direttive europee citate(92/50/CEE e 93/38/CEE) vietino la privatizzazione dell'acqua, anzi, sono a conoscenza che le norme europee non vietino nulla in tal senso. Vorrei sapere in quali parti delle direttive questo sia espressamente contemplato. Grazie.

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