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mercoledì 28 gennaio 2009
Un trombone rinato
Questo pomeriggio sono ritornato a Milano dalla Liguria e ho fatto il viaggio fino a Genova assieme a Enrico Allavena. Sono amico suo e di tutta la famiglia che, fra altre attività, produce questi ricercati legumi.
Enrico è un ottimo musicista in ascesa, sempre in giro in Italia per tournée, e andava a Genova per suonare col gruppo Mishkale nello spettacolo “Esistere diventa reato” al Teatro della gioventù nell'ambito delle manifestazioni del “Giorno della memoria”.
Naturalmente aveva dietro lo strumento, il trombone, ma un trombone con la sua bella storia dietro.
Appartenuto a un musicista che aveva lavorato nei locali di Nizza, era rimasto ormai da parecchio tempo inutilizzato, dopo che l'uomo, che adesso ha superato gli ottanta, era andato in pensione. Così lo aveva consegnato al presidente della banda musicale di Ventimiglia con questo compito «Regalalo a qualcuno che pensi lo possa utilizzare al meglio».
La scelta è caduta su Enrico e così è andato a fare compagnia agli altri tre che già possiede. Oggi è la prima volta, dopo il lungo silenzio, che viene suonato in pubblico. Marca King, anno di costruzione 1977, lo stesso anno di nascita di Enrico. Dicono le combinazioni. Ma quali combinazioni? Si son cercati e si son trovati. E adesso questo strumento, tra le sue mani e le sue labbra, ha una nuova vita.
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Sarebbe bello se qualcuno di Ventimiglia e dintorni dicesse il nome di questo musicista che ha donato il suo trombone, visto che nemmeno Enrico lo sapeva.
RispondiEliminaGli strumenti hanno tante anime quanto sono stati coloro con cui hanno suonato.
RispondiEliminaU Motu... Che spettacolo!
RispondiEliminauna bella "eredità"
RispondiEliminaL'arte e' qualcosa di incredibilmente splendido.....
RispondiEliminaGrande Enrico, la musica è la sua anima....
RispondiEliminache bella storia! :)
RispondiEliminaricorda un po' quella dei violini: strumenti che acquistano la sonorità di chi li suona tanto che i liutai importanti li affidano sempre a bravi musicisti perché lascino la loro impronta sonora.
Mi fa ritornare in mente una storia.
RispondiEliminaDi quella volta che una bimba di 7 anni a cui era appena morto il padre, entrò nella casa dei miei genitori, e s'innamorò perdutamente del mio pianoforte.
La madre non aveva molti mezzi e non poteva permettersi di comprare un piano, specie ora che il papà era venuto a mancare.
Quel pianoforte lo suonavo di rado, solo quando facevo visita ai miei, perchè a casa mia ne ho già uno.
Così decisi che la bambina lo meritava ben più di me, e ora che aveva perso il papà mertiava una grande gioia come quella di possedere il suo primo pianoforte.
Così una settimana dopo glielo feci recapitare a casa, lei felicissima e sua madre incredula!
Gli oggetti hanno una storia e un'anima, e vanno rimessi in circolazione sempre, raramente sono inutili, c'è quasi sempre qualcuno per cui rappresentano una gioia e un'utilità.
Gli strumenti musicali poi, sono oggetti magici.
Che bello leggerti.
RispondiEliminaBravo Enrico!:)
Che bella storia...
RispondiEliminaè molto bello che il vecchio proprietario del trombone ha deciso di cederlo solo a chi era veramente meritevole, questo indica quanto contava per lui questo strumento!
Possibile che non l'abbiate riconosciuto? Ma è il vecchio trombone del Piombo...
RispondiEliminaC'era un vecchio signore di Piombone
RispondiEliminache suonava da sempre il trombone
gli dicono " non ce la fai più"
e lui "bene, allora suona tu".
Generoso, il vecchio signore di Piombone!
Marci (bananas)
RispondiEliminaGrazie per la bella storia
Silla
Non dire minchiate. Piombo i suoi strumenti li suona ancora.
Filo
Al volo dietro a Silla, eh!
Però il Piombo in questione
RispondiEliminaancora oggi suona il trombone.
Se dice "non ho più fiato in gola"
la musica ride e comincia da sola.
un dono reso ancor più prezioso dalla magia della musica
RispondiElimina@Alberto... il loro è uno scherzoso volo "piombarico" :D
Anche questo post accene la vita e fa rinascere.
RispondiEliminaSpettacolo! Sono contenta che il trombone abbia trovato il tuo amico, in bocca al lupo a tutti e due ;)
RispondiEliminaIl basso di mio padre è in letargo.Io non posso suonarlo perchè da quando ho comprato una dentiera usata a Marrakech nella piazza Jama‘a el-Fnaa non riesco a sfiatare alcunchè di musicale.
RispondiEliminaAuguroni Enrico!!!
WOW! E bravo Enrico! e non dico altro.....
RispondiEliminaSe con questo sono tre, ma dove te li metti??
Sono arci-sicura che Enrico lo saprà far "fruttare" al meglio!
ps. ormai abbiamo una celebrità a Pigna!
Pignasca
RispondiEliminaLeggi bene, sono quattro. E ognuno ha il suo suono particolare.
Alberto, non ti è piaciuto il limerick? E questo?
RispondiEliminaUn signore con la barba di Milano
fotografa ovunque ogni caso strano,
di tutto lui ne sa qualcosa
e la sua testa non è mai in posa.
Curioso, il signore con la barba di Milano!
Amichevolissimamente!!!
E' confortante sapere che qualcosa di importante possa continuare a vivere grazie ad una sorta di eredità spirituale, che si tramanda da un vecchio musicista sconosciuto ad un giovane musicista, come in un perpetuo ciclo vitale.
RispondiEliminaCommovente e delicato racconto, Al.
Baci
annarita
Filo
RispondiEliminaGrazie per la dedica. Chissà, quando meno ve l'aspettate, che anche la mia faccia sia in posa. E non solo la mia.
Annarita
RispondiEliminaCome ti ho detto domani proviamo il tangram, guardiamo cosa viene fuori.
Ops! grazie Alberto! in effetti Enrico mi ha confermato il numero....
RispondiEliminaps. sua mamma disperata! non sa più dove farli stare!!!! spera che se li porti dietro ogni volta tutti quanti! così libera spazio in casa.....