Probabilmente non sono questi i miei tempi perché non riesco più ad adattarmi e capire quello che succede. Se invece qualcuno tra voi in questi tempi ci nuota come un delfino mi spieghi.
Ecco, c'è quest'uomo, Claudio Velardi, che fu già braccio destro di Massimo D'Alema a Palazzo Chigi e anche assessore ai Beni Culturali nella giunta regionale di Antonio Bassolino a Napoli, che sta organizzando contemporaneamente le campagne elettorali di due aspiranti governatori. Quella di Renata Polverini, destra, nel Lazio e quella di Enzo De Luca, sinistra, in Campania. Cioè arraffa soldi di qui e di là.
E non devono essere pochi visto che la sua società di marketing politico (bel mestiere, no?) risiede a Palazzo Grazioli in via del Plebiscito a Roma, sì, proprio quello dove al piano nobile abita anche il Berlusca.
«Con Berlusconi abbiamo ottimi rapporti», racconta lo spin doctor Velardi «Spesso ci incontriamo in ascensore, chiacchieriamo, mi chiede sempre dei miei "amici comunisti", scherziamo sul fatto che da noi "circolano belle donne" (infatti nell'azienda lavorano solo donne, 24 per la precisione, n.d.r.) e spesso mi invita a entrare da lui per finire la conversazione».
Velardi: "Sono io il vero 'papi' di Palazzo Grazioli"
Vi hanno mai detto che la democrazia costa? Avete mai letto dei vergognosi rimborsi ai partiti per le spese elettorali? Vi siete mai incazzati per questo? Beh, adesso c'è un motivo in più. Il bellimbusto che vedete è solo quello più noto, ma chissà quanti altri ce ne sono dietro le quinte del teatro elettorale pagati per prenderci in giro (guardate la definizione di spin doctor).
Allora qualcuno che in questi tempi ci nuota come un delfino mi può spiegare?
Da Wikipedia
Lo Spin doctor, la cui traduzione secondo il dizionario della Oxford University Press suona "persona incaricata di presentare le scelte di un partito politico sotto una luce favorevole", è una voce che nel corso del Novecento è andata assumendo un significato deteriore. Poiché spin è il termine usato nel gioco del baseball per indicare il moto rotatorio o effetto impresso dal lanciatore alla palla, "spin doctor" è definizione che è venuta a indicare l'autore di raggiri o il manipolatore di parole o notizie. Con esso si indicano in politica sempre più spesso i portavoce e i consiglieri degli uomini politici e, a volte, gli stessi uomini politici.
Metto in evidenza questo commento di Claudio Velardi. Mi piacerebbe che qualcuno intervenisse.
Ci sono diverse questioni.
C'è quella di natura etico-professionale. Quale lavoro va accettato e quale no? L'avvocato sceglie se difendere un colpevole dichiarato, il pubblicitario se prendere lavoro dalla multinazionale che fa lavorare i bambini, il consulente politico se lavorare per un candidato che gli fa schifo, e così via... Nel mio caso - naturalmente sono opinioni - cerco di (anzi, per fortuna sono in condizione di) scegliere quelli che gradisco. Non per niente, perché si lavora meglio.
Seconda questione. La politica si vende come un prodotto. E' così (grosso modo), sempre e dappertutto. E, come i prodotti, quelli che valgono restano sulla scena, gli altri dopo un po' scompaiono. Qui si apre un ulteriore dibattito: tutti i prodotti (politici e non) hanno la stessa potenza di fuoco, in termini di investimenti etc...? E quindi, è democratico il percorso che porta alla selezione dei prodotti buoni? No. Questo è un problema apertissimo nella società in cui viviamo.
Terzo problema. Il confine tra destra e sinistra. Per me oggi non c'è differenza. Lo dico non come professionista, ma come cittadino. Su questo mi piacerebbe davvero che si discutesse nel merito, di cosa è di sinistra e cosa no.
Non dico nulla sul resto, insulti compresi, cui sono piuttosto abituato. Non mi fanno piacere, ma mi basta avere la coscienza tranquilla e la stima di chi mi conosce.
Claudio Velardi con alcune sue collaboratrici. Foto da Chi
Addio ad Antonio Giolitti
È deceduto a Roma, Antonio Giolitti, membro della Costituente e senatore fino al 1992. Era il nipote dello statista Giovanni Giolitti aveva 95 anni. Nel 1941 venne arrestato dalla polizia fascista con l’accusa di attività eversiva, ma venne rilasciato per insufficienza di prove. Insieme a Giancarlo Pajetta fondò le Brigate Garibaldi (comuniste), molto attive nella lotta antinazista in Piemonte. Gravemente ferito in battaglia nel 1944, si fa curare in Francia. Torna in Italia nell’aprile del 1945. Dopo la Liberazione divenne sottosegretario agli Esteri nel governo provvisorio di Ferruccio Parri. Eletto all’Assemblea costituente nel 1946, fu deputato del Pci dal 1948 al 1957. Dopo l'invasione sovietica dell'Ungheria del 1956, abbandonò il Partito comunista per aderire al Partito socialista con cui divenne deputato dal 1958 al 1976.
È deceduto a Roma, Antonio Giolitti, membro della Costituente e senatore fino al 1992. Era il nipote dello statista Giovanni Giolitti aveva 95 anni. Nel 1941 venne arrestato dalla polizia fascista con l’accusa di attività eversiva, ma venne rilasciato per insufficienza di prove. Insieme a Giancarlo Pajetta fondò le Brigate Garibaldi (comuniste), molto attive nella lotta antinazista in Piemonte. Gravemente ferito in battaglia nel 1944, si fa curare in Francia. Torna in Italia nell’aprile del 1945. Dopo la Liberazione divenne sottosegretario agli Esteri nel governo provvisorio di Ferruccio Parri. Eletto all’Assemblea costituente nel 1946, fu deputato del Pci dal 1948 al 1957. Dopo l'invasione sovietica dell'Ungheria del 1956, abbandonò il Partito comunista per aderire al Partito socialista con cui divenne deputato dal 1958 al 1976.
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Anche le "escort" o "accompagnatrici" si fanno pagare, per le loro prestazioni, da clienti sia di destra che di sinistra. Anche gli avvocati difendono sia gli innocenti che i colpevoli. Per i medici invece curare tutti dovebbe essere obbligatorio, secondo quanto previsto dal giuramento di Ippocrate. Meno obbligatorio farsi pagare profumatamente.
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RispondiEliminaio sto in fase di schifamento: mi fa schifo un po' tutto, dai manifesti elettorali che hanno invaso roma peggio delle cavallette, alla mentalità manageriale, agli sprechi ingiustificati, eccetera eccetera.
RispondiEliminama questi personaggi e queste storie qui riescono ancora a farmi indignare.
sono io che sono fatto male?
Ci poco: organizzare campagne elettorali oggi é ne più ne meno la stessa cosa che fare una campagna pubblicitaria per un profumo. Deve essere accattivante, efficace, avere uno slogan convincente e nulla più.
RispondiEliminaPartendo da questa amara considerazione e da questo freddo criterio, chiunque abbia la conoscenza tecnica per fare questo lavoro può benissimo organizzare contemporaneamente le due campagne.
Aspetta, cosa mi dici? La dignità e la serietà dove sono? Ah, non lo so, di loro si é persa traccia da tempo oramai in questa società....
Ciao
Daniele
ERRATA CORRIGE: Ci provo: ecc...
RispondiEliminapiu' che spin doctor in questo caso lo chiamerei "il caso dell'uomo mollememente adagiato (per pura convenienza) con le chiappe su due sedie ,distinte e separate"MAche all'occasione (non si sa mai) potrebbero convergere!
RispondiEliminaInsomma una Real Politic,tutta italiana
Ho fatto scienze politiche e lo spin mi sembra l'incarico più pulito, fate voi...
RispondiEliminaè una presa per i fondelli continua ...
RispondiEliminaSono Claudio Velardi. Se volete, discutiamo del tema seriamente
RispondiEliminadevo ammettere che non è un lavoro malvagio il suo, le mani in pasta le ha sicuramente ovunque
RispondiEliminaquesti personaggi "trasversali" rappresentano il livello di merda a cui è giunta la classe politica italiana, quando ci sveglieremo da questo rincoglionimento. entrati nel governo Dalema con le pezze al culo.. con il nostro voto ! mi viene il vomito. altro che isole Kolyma.. basta per ora, per questo tempo, non recarsi alle urne, poi verrà un altro tempo!
RispondiEliminabaruffa
Beh, io in questo mondo non mi ci ritrovo più da un pezzo... ero convinta che fosse uno dei sintomi della vecchiaia, insieme a quella rughetta sulla fronte che fino a qualche giorno fa non c'era...
RispondiEliminaSo per certo che ci sono alcuni politici che fanno più di quanto parlano, ma so anche, quasi per certo, che questi non occuperanno mai un ruolo di rilievo nella scena politica e questo grazie anche - se non soprattutto - a gente come 'sto Velardi.
Ultimamente sto persino pensando di non andare a votare... e ho detto tutto!
@C.Velardi
RispondiEliminaDove? Perché qui non essendo i commenti moderati potrebbe scatenarsi l'inferno.
@ Daniele
RispondiEliminaCredo che il "prodotto" da pubblicizzare sia "puzzolente" al punto che nemmeno un "virtuoso" riuscirebbe a venderlo bene.
@ Alberto, non farci questo torto, lasciaci partecipare, se qualcuno esce fuori dalle righe, c'è sempre il sano tasto del CANCELLA.
PS
Da me ti ho lasciato un indirizzo dove puoi indicarmi come contribuire al libro dono.
Ciao Alberto
@ Alberto. Anche qui, non ho nessuna difficoltà. Poi ognuno dice quello che vuole...
RispondiEliminaCi sono diverse questioni.
RispondiEliminaC'è quella di natura etico-professionale. Quale lavoro va accettato e quale no? L'avvocato sceglie se difendere un colpevole dichiarato, il pubblicitario se prendere lavoro dalla multinazionale che fa lavorare i bambini, il consulente politico se lavorare per un candidato che gli fa schifo, e così via... Nel mio caso - naturalmente sono opinioni - cerco di (anzi, per fortuna sono in condizione di) scegliere quelli che gradisco. Non per niente, perché si lavora meglio.
Seconda questione. La politica si vende come un prodotto. E' così (grosso modo), sempre e dappertutto. E, come i prodotti, quelli che valgono restano sulla scena, gli altri dopo un po' scompaiono. Qui si apre un ulteriore dibattito: tutti i prodotti (politici e non) hanno la stessa potenza di fuoco, in termini di investimenti etc...? E quindi, è democratico il percorso che porta alla selezione dei prodotti buoni? No. Questo è un problema apertissimo nella società in cui viviamo.
Terzo problema. Il confine tra destra e sinistra. Per me oggi non c'è differenza. Lo dico non come professionista, ma come cittadino. Su questo mi piacerebbe davvero che si discutesse nel merito, di cosa è di sinistra e cosa no.
Non dico nulla sul resto, insulti compresi, cui sono piuttosto abituato. Non mi fanno piacere, ma mi basta avere la coscienza tranquilla e la stima di chi mi conosce.
Mi ha fatto grande piacere trovare il ricordo di Antonio Giolitti, uomo di notevole levatura culturale e politica, che ha cercato per tutta la vita un partito (sic!) capace di promuovere una rivoluzione morale in Italia.
RispondiEliminaUn bel contraltare al post riguardante Claudio Velardi.
Persone di tempi diversi, sicuramente, ma anche di qualcos'altro.
Fondamentalmente da quando i dirigenti di quell'entità parapoliplegica che si chiama partito democratico ha defraudato i propri elettori di una qualsiasi competenza nello scegliersi il candidato e di portare avanti la campagna elettora "porta a porta" come si faceva anni fa e' fisiologico che si mettano nelle mani di qualcuno che a pagamento porti avanti il baraccone.
RispondiEliminapoi e' risaputo che tutti cerchino il voto democristiano e non quello comunista o msi....
ma caro Velardi qualche differenza esisteva ed esiste, forse oggi più nell'immaginario che non nelle persone che a sinistra si collocano. Ricordi uomini come Natta, Paietta, Di Vittorio, Terracini la Nilde Iotti ecc, e tutti quei compagni o cittadini giornalmente impegnati a dare delle risposte, magari piccole, magari un semplice consiglio uno sguardo, un bisogno di sentirsi epidermicamente vicini ai dirigenti, ti ricordi Berlinguer accanto a quei muratori a Roma che gli fecero un copricapo di carta di giornale? dove dobbiamo cercare le nostre affinità? illuminaci per favore, perchè, chi come me x tanti anni iscritto al PCI e poi ai DS oggi vede in certi comportamenti una mancanza di etica politica ed umana, il vuoto progettuale e di conseguenza il vuoto totale. ecco cosa vogliamo dirti caro Velardi, noi non cerchiamo l'eden ma solo uomini che sappiano dare un po di prospettiva alle classi subalterne.
RispondiEliminaBaruffa
Velardi ha ragione quando dice che non è democratico il prevalere delle idee che hanno più mezzi economici a sostenerle (anziché, intendo io, di quelle eticamente più fondate) ed anche, in parte, quando nota che oggi non c'è differenza tra destra e sinistra - almeno se si guarda ai comportamernti effettivi della classe politica, che, da una parte e dall'altra, tende al delirio di onnipotenza, a sentirsi investita di un potere superiore, a considerare la cosa pubblica come cosa propria ("Vogliono dare il MIO assessorato a un altro!" mi è capitato di sentir sbraitare da un vecchio diessino contro la segreteria del suo partito qualche anno fa).
RispondiEliminaSe si guarda alle idee, però, la cosa cambia, e Velardi non ha ragione. Antonio Giolitti non avrebbe potuto esere di destra, e neppure Norberto Bobbio, e neppure Riccardo Lombardi, Vittorio Foa o persone dolorosamente etiche come Luigi Pintor. A prescindere da episodi come quello che ho riferito del diessino defraudato del suo "possedimento", però, io mantengo le mie convinzioni: ognuno di noi deve avere le stesse opportunità, nella vita, di realizzarsi per quello che è, con le sua capacità e le sue peculiarità. Preferisco la solidarietà all'egoismo, e ritengo giusto discernere il bene dal male - come Gesù nel celebre passo del Vangelo di Matteo - sulla base dell'attenzione rivolta agli altri, ai più deboli. Ritengo che le regole debbano valere allo steso modo per tutti, senza privilegi. Ritengo etico fare per gli altri quel che ci piacerebbe gli altri facessero per noi, e non fare loro quel che non vorremmo facessero a noi. Questo, per me, distingue la destra dalla sinistra. Il fatto che tanti politici cosiddetti (cosiddetti, appunto) di sinistra non si attengano a questi principi va a detrimento - per me - di queste persone, non dei principi che esse non seguono.
Per il resto, capisco che "Franza oppur Spagna, purché se magna", come si diceva. E capisco che, comunque, si vive bene quando si è a posto con la propria coscienza, qualsiasi cosa si faccia. In fondo, come dice un ufficiale tedesco nel bel film di Giorgio Diritti "L'uomo che verrà", attualmente in programmazione nelle sale, "Siamo quello che hanno fatto di noi, siamo quello che ci hanno insegnato ad essere". C'è un fondamento biologico di questa riflessione: il nostro cervello funziona e reagisce sulla base delle connessioni sinaptiche tra neuroni che in esso si sono attivate. Una parte di questi collegamenti si attiva per codificazione genetica, una parte per caso, ma una gran parte, almeno nell'Uomo, per le esperienze che si affrontano.
Ecco dunque che anche la coscienza individuale deriva dalle sinapsi che in un certo soggetto si sono attivate. Si può leggere, a questo proposito, il bel volume "Il cervello, la mente e l'anima" di Edoardo Boncinelli, biochimico e genetista, docente di fondamenti biologici della conoscenza.
Mi sono formato alla scuola del Pci. Non la rimpiango ma non la rinnegherò mai, perché mi ha dato un metodo di lavoro fatto di rigore e serietà, delle competenze che oggi utilizzo, e mi ha consentito di appartenere alla più bella comunità che abbia mai conosciuto.
RispondiEliminaDetto questo, penso che quei tempi non possono tornare perché il Pci rappresentava un'idea di società che è stata sconfitta dalla storia, inesorabilmente.
Oggi la sinistra dovrebbe essere quello che dice c.e.g.: opportunità, regole, solidarietà. Ma non lo è, in nessuna delle sue componenti. E non solo perché ci sono in giro affaristi e carrieristi. Sono (anche) le politiche della sinistra che negano opportunità, perché proteggono gruppi e posizioni particolari. Anche la sinistra fa e disfa le regole a proprio piacimento (riforma del titolo V della Costituzione, primarie, etc...). E così via.
Se da qualche parte c'è una sinistra che parla e pratica opportunità, solidarietà e regole fatemelo sapere, perché io ci sto.
Nel frattempo, mi tengo le mie sinapsi, facendo ogni giorno uno sforzo per avviare nuove connessioni
quello che è stato sconfitto era un modello politico, una utopia, un desiderio irrealizzabile se non con costi e sofferenze incredibili. Quello che rimane era il rigore politico, il bisogno di fare bene, di essere all'altezza del compito affidato, se vuoi dal Partito o dagli elettori.Cosa rappresenta oggi questa mescolanza, questo volere essere più realisti del re, questo desiderio di esserci ad ogni costo, intendo nelle stanze del potere, dove ci si gonzola al riparo da ogni forma di controllo. Di cosa quanto e cosa avete bisogno, cari Velardi e dintorni, per poter vivere dignitosamente anche di politica? per che è di questo che discutiamo, si tratta di capire, non di Socialismo reale . é questa politica, con annessi e connessi che non rappresenta più nulla, anche se si è formata alle Frattocchie.
RispondiEliminaBaruffa
Sono molto più preoccupata di ciò che non rivelano, i personaggi privi di ogni riferimento etico, di ogni scrupolo morale, come Velardi. Sono degli abili manipolatori della verità.(quale scuola ha in realtà frequentato per sostenere quella faccia di tolla che si ritrova?) Tutte le sozzerie che noi, gente normale sospettiamo di loro, probabilmente non è che la minima parte. Sono persone(?) capaci delle cose peggiori, e vederlo sorridere in quel modo mi fa venire pensieri molto cattivi. Farebbe bene a tacere, almeno in questo sito, per non infangare uno spazio autentico.
RispondiEliminaScusa Alberto, ho dimenticato di firmare. Il commento anonimo è mio.
RispondiEliminaKauffman
Anche mio padre, 83 anni, si è formato alla scuola del P.C.I. (e ancora glielo rimprovero!) ma , con tutti i suoi limiti ha insegnato ai noi figli un profondo senso etico e morale, un rispetto sacro per ciò che è pubblico. Ci ha insegnato il senso collettivo come bene prioritario. Ma Velardi fa parte di qualche generazione dopo, la generazione che si era già guastata...Torni pure nei suoi ranghi Velardi, che qui non c'è niente da vendere.
RispondiEliminaKauffman
@ Claudio Velardi
RispondiEliminaMi sono formata nelle sezioni Lombardiane e quel "Socialismo" mi si è inoculato dentro i globuli rossi, chi ha la mia età sa cosa intendo, non discuto che il lavoro non si rifiuta mai, ma nel tuo specifico lavoro, se non vuoi dire no alle due parti perchè rendono, non pubblicizzare la cosa, non farne una questione di etica o di origini, ammetti che tanti soldi oscurano anche la coscienza di Dio, è più onesto.
Ti devo ringraziare per avermi dato involontariamente ragione sul fatto che, da più di due anni dico: Destra e Sinistra sono Ciano bifronte, si equivalgono.
PS
Secondo te, se queste moderne coalizioni non ci avessero rapinati della preferenza del candidato, avresti questa mole di lavoro bipartisan?
Buona serata
Torno su un punto sul quale non ottengo risposte. Quali sono le differenze tra destra e sinistra (negli schieramenti, nei partiti politici, nelle persone)? Non sto parlando della sinistra che voi - e, scusatemi, anche io - abbiamo in mente, ma di quella che concretamente c'è oggi in Italia. Sto vedendo Annozero: la Bonino è di sinistra, quando vuole la chiusura dei talk show politici fino alle elezioni? O non fa questo per i puri e semplici interessi della piccola bottega che ha creato insieme a Pannella? E' di sinistra quando vuole l'abolizione dell'articolo 18?
RispondiElimina@ Kaufmann. Naturalmente se dò fastidio tolgo il disturbo. ma se discutere è infangare...
@ Claudio Velardi
RispondiEliminaScusa, ma credi di averti dato una risposta sul tema, anch'io ho appena finito di guardare Anno Zero, non dirmi che reputi la Bonino di sinistra, Claudio, sai meglio di me che la sinistra non è il PD, ma ti ho fatto una domanda sulla impossibilità della gente di esprimere la propria preferenza, avresti quella mole di lavoro bipartisan con la libertà nostra di eleggere chi vogliamo o dovresti fare delle scelte?
@ Tina. Per la verità è il contrario. La mia società di marketing politico, Running, lavorava molto di più quando c'erano i collegi e il maggioritario, e per entrambi i poli. Sul territorio il confronto politico era molto più interessante e vero, e c'era molto più bisogno di un'adeguata comunicazione politica. Oggi, con la legge elettorale che abolisce le preferenze (che fa schifo, dico da cittadino), Running praticamente non lavora più nelle elezioni nazionali (salvo che non sia un partito a chiedere i servizi della società). Nelle regionali esiste ancora una possibilità di scelta, e quindi la comunicazione serve.
RispondiEliminaSollecitato dall'inesauribile Tina son giunto qui da 100milannilucedallaterra, e allora,
RispondiEliminapartendo dalle parole di Claudio Velardi, che (non conosco)...
Ci sono diverse questioni. C'è quella di natura etico-professionale (leggi: la "pagnotta").... c'è la politica che si vende come un prodotto... c'è che tra destra e sinistra oggi non c'è differenza... e per ultimo ma non come ultima cosa (anzi)... c'è una questione di coscienza.
Dirò la mia:
si sa, si vive tutti, nessuno escluso, in un enorme globo sferico per di più oramai in evidente cortocircuito, fatto di diversi miliardi di metri quadri, orbitante nel nulla, appesi al filo della vita. E qui entra in campo per prima la questione di coscienza, ovvero la necessità di saper dare a competenze e conoscenze un senso più alto... Ci vuole un etica elevata per accettare di vivere qui (sul "pallone" sperduto).
(estraggo da Wikipedia: -
l'etica può essere definito come il Senso dell'esistere, il significato profondo della vita del singolo e del cosmo che lo include...)
E qui ognuno ha la sua etica e quindi la sua coscienza: è etico accumulare ricchezza in proprio? E cosa si è disposti a fare per raggiungere lo scopo? E qual'è il limite? E la collettività viene prima o dopo, semmai esistesse? (ognuno faccia i suoi conti, la riga si mette in fondo).
Ora verrei alla questione politica quella per cui non c'è più differenza tra destra e sinistra. Ma di quale destra e sinistra si parla? Di quella dei partiti? Di quella delle idee? O dell'Etica?.... Se mi riferisco a quest'ultima, come descritta, la differenza per me c'è e resta, se esco dal novero dei partiti che contano la differenza c'è e resta, lo stesso se guardo il FARE di tanti(issimi), qui sul "pallone". Ed eccoci arrivati a nocciolo del cortocircuito... IL FARE. Tutto quello che oramai si fa è produrre merci, e quindi il nostro stesso fare è una merce, una roba che si vende. Io mi vendo, tu ti vendi, egli si vende... la politica, la cosa pubblica, le idee per fare altro fare si vendono, Velardi lo sa fare, fa il venditore, ed eccoci alla pagnotta etico-professionale... l'uovo sodo della questione, quello che resta indigesto. La vita non è merce, il fare non deve produrre solo merce, io non produco solo reddito. Siamo tutti che lo si voglia o no produttori di senso. A chi non lo crede consiglio una enorme alka seltzer.
Ringrazio Alberto che mi ha ospitato, (ho creato un link qui dal mio blog)
Saluti altroviani a utti
in una società cortoci
@un cronista Altrove
RispondiEliminaConcordo profondamente con i contenuti del tuo commento.
Per il Velardi in questione non trovo i presupposti per avviare una qualsivoglia discussione, visti i danni profondi che ritengo abbiano procurato(lui e i suoi sodali clienti)alla società italiana. Berlusconi è un prodotto loro.
Eppoi, come ha detto Santoro, il coperchio è tolto, quindi "dechè" vuoi ancora discutere? Il tempo è scaduto, e ciò che avverrà di qui a breve ho paura solo ad immaginarlo.
Intanto però, permettetemi di fantasticare la rivoluzione francese...
Kauffman
Produttori di senso... si torna al punto iniziale. Chiedo umilmente, ma davvero: qualcuno me lo spiega, lo definisce, lo concretizza questo senso (naturalmente parliamo della dimensione pubblica, politica)? Cioè: mi dite quale dei soggetti politici attuali ci fornisce questa direzione di senso?
RispondiEliminaProduttori di senso... si torna al punto iniziale. Chiedo umilmente, ma davvero: qualcuno me lo spiega, lo definisce, lo concretizza questo senso (naturalmente parliamo della dimensione pubblica, politica)? Cioè: mi dite quale dei soggetti politici attuali ci fornisce questa direzione di senso?
RispondiEliminaBah... sinceramente Velardi che chiede a noi la differenza tra "destra" e "sinistra" mi fa amaramente sorridere...
RispondiEliminaLui ci fa questa domanda? Lui ce vive e prospera nel sistema dell'appiattimento di tutto sull'immagine e sul marketing, nel senso più becero e deteriore dei due termini?
Ce la spiegasse lui, qual'è questa differenza... lui che amabilmente "bazzica" (lautamente pagato, ovviamente...) ambedue le parti...
In attesa di una risposta che sia reale e fatta di parole semplici e poco ambigue, io continuo a pensare alla Sinistra di Gramsci e Berlinguer, quella che è fallita storicamente solo perché la "sinistra" ha preferito prendere le vesti di 1, 10, 100 Velardi...
@ Arnaldo. Ho fatto una domanda, cui nessuno può rispondere, semplicemente perché le differenze tra sinistra e destra oggi non ci sono. Dare a me la responsabilità di tutto ciò mi pare sommamente ridicolo. Io, senza diventare (né chiedere di diventare, come avrei potuto tranquillamente fare) parlamentare, ministro, senza auto blu e segretarie, me ne sono andato a lavorare per fatti miei. (E vi ricordo - tanto per capirci - che quando ho fatto per un anno l'assessore a Napoli ho devoluto il mio stipendio alla Caritas). Detto questo, vi ringrazio per l'accoglienza e, come dire, ognuno per la sua strada...
RispondiEliminaResta inevasa la questione... destra e sinistra non hanno differenza forse perché le ragioni dell' "immagine", del "marketing", dell'aria fritta elevata a ragionamento politico sono prevalse sui contenuti e sui programmi: cosa si fa per l'evasione fiscale, per la disoccupazione, per il precariato...
RispondiEliminaCerto, un moderno spin doctor può sostenere, argutamente, che è più importante che Bersani ci faccia sapere che assisterà al Festival canzonettaro, piuttosto che chieda la "testa" di Bertolaso...
Velardi, lei non è un nemico da abbattere, ma il topos del "sistema" che predica l'immagine per ottenere l'appiattimento mentale...
Buona fortuna e sono felice di percorrere una strada diversa...
Velardi potrebbe riprendere questa notevole poesia di Kavafis:
RispondiEliminaCI AVESSERO PENSATO
Sono ridotto povero e randagio.
Questa città fatale d'Antiochia
m'ha divorato tutto:
fatale, con la sua prodiga vita.
Sono giovane, e d'ottima salute.
E poi posseggo il greco a meraviglia
(a menadito Platone, Aristotele,
e oratori, e poeti, e checchessia).
Di cose militari ho qualche idea,
e amicizie tra i capi mercenari.
Sono piuttosto addentro nell'amministrazione.
L'altr'anno, sono stato sei mesi ad Alessandria:
conosco (è sempre utile) le cose di laggiù:
le canagliate, i piani del Malfattore, eccetera.
Per tutto questo, credo d'essere indicato
pienamente a servire il mio Paese,
la mia patria diletta, la Siria.
Qualunque sia il lavoro che m'affidino
cercherò di giovare al Paese. Il mio proposito
è questo. Se m'intralciano però coi loro metodi
- la conosciamo quella brava gente (sorvoliamo) -
se m'intralciano, ebbene: la colpa non è mia.
Io mi rivolgerò prima a Zabina,
e, se quell'imbecille non m'apprezza,
andrò dal suo rivale, andrò da Gripo.
E se neppure lui mi vuole (quell'idiota),
me ne vado da Ircano dritto dritto.
Mi vorrà pure, uno di loro tre.
La mia coscienza è in pace,
quanto all'indifferenza della scelta.
Rovinano la Siria tutti e tre.
Sono un povero diavolo. La colpa non è mia.
Un uomo disgraziato, che cerca di sbarcare
il lunario. Ci avessero pensato, i sommi dei,
a farne un quarto, onesto.
Mi mettevo con lui, con gran piacere.
@ c.e.g.
RispondiEliminaL'ho letta in ritardo. Poesia notevole, opportuna per contenuti, appropriata al personaggio in questione.
Grazie.