Eravamo in 400, domenica 14 febbraio, a dire che, alle 3 e 32 del 6 aprile, noi non ridevamo. Eravamo in 1000, la scorsa domenica, a dire che L'Aquila è nostra. Eravamo in 6.000 (dati della questura) oggi a dire"liberiamo L'Aquila dalle macerie". Ed a farlo fisicamente. I numeri parlano da soli. La voglia di partecipazione cresce a vista d'occhio. E siamo stati bravi, superato il nervosismo dei primi momenti, ad organizzare la catena umana che ha passato di mano in mano le macerie raccolte e differenziate in piazza Palazzo, sino alla piazza del Duomo.
Corpi e braccia di uomini, donne,bambini che erano voglia di rinascita. E vita vera.Dopo tanta morte e desolazione.La consapevolezza di essere in numero sempre crescente, la percezione netta della volontà di partecipazione, della voglia di rimboccarci le maniche per dare il nostro contributo alla rinascita della città ci ha dipinto i volti di speranza. Ed i cuori di gioia. Siamo tanti, siamo uniti nelle nostre diversità. La lotta per il diritto alla partecipazione è appena iniziata.
Ma, quando si sente che non si è più soli, si diventa forti. Le macerie della nostra disgrazia sono assurte, oggi, a simbolo di nuova vita. Gli Aquilani stanno mostrando il loro volto vero, la loro natura di popolo abituato ad affrontare e superare la sofferenza. Non è stata una protesta, ma la manifestazione della nostra volontà. Gli Aquilani, finalmente, ci sono.
dal blog di Anna alias miss Kappa
ciao Anna
Corpi e braccia di uomini, donne,bambini che erano voglia di rinascita. E vita vera.Dopo tanta morte e desolazione.La consapevolezza di essere in numero sempre crescente, la percezione netta della volontà di partecipazione, della voglia di rimboccarci le maniche per dare il nostro contributo alla rinascita della città ci ha dipinto i volti di speranza. Ed i cuori di gioia. Siamo tanti, siamo uniti nelle nostre diversità. La lotta per il diritto alla partecipazione è appena iniziata.
Ma, quando si sente che non si è più soli, si diventa forti. Le macerie della nostra disgrazia sono assurte, oggi, a simbolo di nuova vita. Gli Aquilani stanno mostrando il loro volto vero, la loro natura di popolo abituato ad affrontare e superare la sofferenza. Non è stata una protesta, ma la manifestazione della nostra volontà. Gli Aquilani, finalmente, ci sono.
dal blog di Anna alias miss Kappa
ciao Anna
Le due foto in alto sono prese dal blog di Anna, quella in basso da qui.
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Bene, una buona notizia.
RispondiEliminaEsistiamo ancora.
Io ricordo ancora il terremoto del Friuli del 1976. Quella volta i friulani si rimboccarono le maniche ed in pochi anni ricostruirono tutto come e meglio di prima.
RispondiEliminaPerchè la voglia di ricostruire deve partire dalla gente, e se la gente si dà da fare ed è attiva e coesa, poi per i politici ed i trafficoni non è più così facile mangiarci sopra.
Forza, forza Aquilani.
RispondiEliminag
ho sempre seguito il blog di anna ... e sentire le dichiarazioni in tv di tutta sta banda di politici (i peggiori degli ultimi 150 anni) mi veniva la pelle d'oca ...
RispondiEliminaGrane popolo di compostezza, dignità e forza! Bravi!
RispondiEliminaLa gente a L'Aquila la voglia di ricostruire ce l'ha dall'inizio, ma fino ad ora è stato impedito loro tutto. In tendopoli, per quanto ne so, non era neanche possibile più di tanto spostarsi e comunicare con le altre tendopoli.
RispondiEliminaOra l'esasperazione ha superato il limite, e gli aquilani sanno di essere stati presi in giro e usati per permettere a certa gente di intascare ancora più soldi.
Speriamo che l'indignazione porti i suoi frutti.
tocca sempre al "popolo" di rimboccarsi le maniche e darsi da fare
RispondiEliminaandai militare in Friuli alla fine del 1976 a pochi km da Tarcento e da Gemona, fu terribile vedere quelle cataste di macerie che lentamente lasciavano il posto al vuoto, pavimenti e persone attonite che guardavano quello che restava dei loro immensi sacrifici, anni di emigraione.. A Sequals un anziano ci porto un bottiglione di grappa e ci raccontò della sua emigrazione in Australia, ma si capiva che avrebbero ricostruito e che avrebbero trovato nei politici locali orecchie attente. oggi ascoltiamo due delinquenti ridere alle 3,20 ed a sfregarsi le mani, intanto con le procedure di urgenza ci si accapparra il massimo possiible, poi se dopo un anno le macerie sono ancora li, son cazzi degli Aquilani. é ora di dire basta a questa dittatura della politica, oggi le cariole e domani chissà..
RispondiEliminaBaruffa
Era ora vorrei dire: finalmente gli Aquilani pare che si siano decisi a prendere in mano la situazione. Voglio vedere adesso il partito del fare, che fa bene gli imbrogli e non sa nenache rispettare le scadenze per le presentazioni delle candidature.
RispondiEliminaper forza li tenevano in ostaggio: non dovevano vedere!
RispondiEliminae anche le Forze dell'Ordine, nonostante gli ordini, hanno avuto un po' di pudore e non si sono più resi complici della "presa in giro"!
una carriola solidale per ogni diritto calpestato.
RispondiEliminaQueste sono le forme di POLITICA PURA che preferisco. Le uniche che ormai hanno senso:
RispondiEliminapersone unite nel prendersi cura della POLIS.
E' una splendida testimonianza di valori, azione, coraggio.
Finchè quelle ed altre carriolate (di macerie e di "altro") non le si portano a Roma la vedo dura che si accorgano di loro.... :-S
RispondiEliminaEmilio Fede è da denuncia!
RispondiEliminaIeri sera nel TG4 delle 19 ha detto che c'erano "un centinaio di persone" a partecipare alla protesta delle carriole.
Guardate qui, dal minuto 7:50 !!!
http://www.video.mediaset.it/video/tg4/full/157338/edizione-ore-1900-del-1%C2%B0-marzo.html#tf-s1-c1-o1-p1
La devono smettere di fare un TG di PURA e SEMPLICE PROPAGANDA e chiamarlo GIORNALISMO!
E poi chiudono i talk show!
Allora chiudano il TG4!
Bugiardo!