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domenica 14 febbraio 2010

La cucina della mamma

Grembiule da cucinaNon ne sono sicuro ma penso che i bambini di adesso quando saranno grandi non proveranno nessuna nostalgia per i piatti che cucinava loro la mamma. Magari non proprio tutti, i bambini, ma la maggior parte.

Le mamme non hanno tempo, sono stanche dopo una giornata di lavoro, e ce ne sono che dell'alchimia della cucina al fuoco lento non gliene frega proprio una mazza. Si è spezzata la catena che di madre in figlia, che poi diventava madre a sua volta, tramandava il meglio della memoria del gusto locale affinato nei secoli, anello dopo anello.

E così vengono su generazioni nutrite con piatti anonimi e massificati che non lasciano traccia emozionale, e se la lasciano è uguale da Bolzano a Palermo.

Ho già scritto che ci stiamo avviando verso una società di individui senza radici di riferimento, che tornano molto utili per restare bene ancorati al suolo durante le tempeste. E una di queste radici, e nemmeno l'ultima, è proprio il cibo, il suo gusto, il suo odore, che ci associa a un periodo particolare della vita, a certi luoghi, a certe persone.

Vedete un po' cosa mi può smuovere un semplice grembiule da cucina visto e fotografato ieri in via Torino a Milano.

Avete voi in testa qualche piatto che vi procura nostalgia dei tempi andati? Dirò i miei in un commento.

37 commenti:

  1. mia mamma, vecchierella, non cucina più... quando vado a trovarla propongo sempre di cucinare per lei i piatti che mi piacevano, scoprendo così i suoi segreti.
    Una riflessione: non sono i piatti che ci mancano... ma quell'odore di casa, di famiglia... di amore che la mamma dava - anche le mamme moderne, anche se offrono cibi surgelati ai figli, se lo fanno con amore e gioia... saranno ricordate come le più brave cuoche del mondo!

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  2. Io sì, ne ho uno speciale ma non tanto per il cibo in sè, ma per ciò che rappresentava. Parlo dei tortellini da prepararsi a Natale. E che aveva un piegatore eccezionale, con le sue dita enormi che sempre ci faceva chiedere come potesse riuscire a ridurre quel minuscolo quadratino di pasta in tanti perfettissimi ombelichi. Era, è ancora speciale il ricordo di lui, a capotavola. Ora la tradizione si ripete, verso il dieci di dicembre ci sono ancora serate che vedono attorno al tavolo mia madre, alcune sue attempate amiche oltre a me. Ma il posto a capotavola resta vuoto, quello è sempre stato e sempre lo sarà riservato a mio padre. Che ora, i tortellini, li mangia in Paradiso.
    Alberto, mi ha commosso questo tuo post. E ho respirato il buon odore di cose perse.
    Quindi ti ringrazio.

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  3. Il piatto che mi procura più nostalgia dei tempi andati è senz'altro la trippa, come si faceva una volta qui da noi, in inverno nelle giornate uggiose quando per cuocerla ci volevano 6-8 ore a fuoco lento sulla stufa a legna della cucina, stando in casa al caldo quando fuori pioveva e faceva freddo.
    Prima c'era la preparazione (le trippe di una volta non erano precotte) il lavaggio delle trippe, lo strofinamento con la "brossa" e i con i mezzi limoni, poi la cottura nella pentola di terracotta, a metà cottura si metteva un pezzetto di muso e di piedino e poi la noce moscata, i chiodi di garofano e il parmigiano.
    C'era chi diceva che anche la legna usata era importante il fuoco doveva essere di legne miste in modo che non fosse ne troppo forte ne troppo debole ecc. E poi alla fine il risultato era meraviglioso, ormai purtroppo trippe così non ne ho più mangiato da molti anni.

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  4. Mia moglie per S. Valentino ha preparato:
    -" Massetti " e fegato di capretto - in casseruola
    - Capretto con carciofi,
    - Frittatina di gianchetti,
    - Torta di mele.
    Io però, sono andato al Mc Donald.

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  5. io quel grembiule l'ho ricevuto in regalo per Natale.
    Mio marito non rinuncerebbe per nulla al mondo agli "strufoli" che preparava la sua mammma , e cosi', da quando lei non c'e' piu', ho cminciato a prepararli io.
    Ho sempre lavorato , ma un po' di tempo da dedicare alla cucina non mi e' mai mancato e spero che anche i miei figli un giorno proveranno queste dolci sensazioni di nostalgia

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  6. ricordo quando andavamo ad abbacchiare le olive io e la mamma, papà era già partito di buona ora, la mamma si fermava dal macellaio ed ordinava, sempre se il macellaio quel giorno macellava, le budella arrotolate, i bieletti, di pecora o capretto, che insieme a pezi di polmone e fegato, venivano cotte in padella a cena dopo una giornata dura.. quell'odore di soffritto che riempiva tutta la cucina, allora non avevamo il frigorifero e quello che si comprava lo si mangiava subito, la cena era così composta da un minestrone, bieletti e patate, una mela delle nostre. Si andava a letto presto dopo aver ascoltato il radio giornale, dove papà era attento alle previsioni del tempo..
    era un altro tempo, mi manca quella semplicità e quel sapersi accontentare tipico della cultura contadina.
    Baruffa.

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  7. La mia mamma ha 94 anni, con quel che ne consegue.
    oh, se mi manca la sua cucina! Già da un bel po'
    Non un piatto in particolare, tutto, anche il suo sugo per la pasta!
    Certo..se penso poi alle sue paste fresche, fatte da lei... :-(
    Anche secondo me, i ragazzi di oggi non proveranno certe nostalgie...
    ciao Al
    g

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  8. Certo che mi mancano certi piatti, uno fra tutti la torta di latte o torta paesana e poi la busecca ovvero trippe cucinate non in umido ma come se fosse un gran minestrone,e la cassoeula, sono i piatti legati alla tradizione culinaria del mio paese d'origine, Arcore.
    Mi dispiace non aver mai imparato a cucinarli...ma come hai detto giustamente, non avrei comunque il tempo per cucinarli...ore e ore passati davanti ai fornelli, chi ha tutto quel tempo?
    Comunque appeno posso preferisco cucinare piatti genuini che acquistare quelli già pronti...

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  9. Mancheranno i sapori, gli odori e i ricordi di una vita familiare. Poveri ragazzi tra cibo industriale e denaro in sostituzione di attenzione e affetto, cosa potranno insegnare ai loro figli? Si è spezzata la catena che conosciamo e che magari abbiamo anche contestato duramente, ma siamo consapevoli di cosa ci aspetta?

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  10. Con gli anni mia madre ha perso la voglia e la pazienza di cucinare ma per fortuna, quelle rare volte che copro gli 800 km che ci separano, non mi fa mai mancare le sue proverbiali pizze alle verdure e gli spaghetti ai frutti di mare.

    P.S. - l'avevo visto anch'io quella vetrina a Via Torino, ed avevo pensato la stessa cosa.

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  11. Bellissima quest'idea dei piatti.
    Mi hai anche dato un'idea per un post.
    Pensa che mia nonna paterna faceva la cuoca. Da bambino quando si andava a Cesenatico dai miei zii che abitavano in campagna era una festa. Le opzioni erano:
    lasagne al forno
    passatelli in brodo
    e ovviamente cappelletti.

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  12. Mio figlio (24 anni)dice che a Milano gli manca tanto la cucina della mamma, anche se io non sono una gran cuoca, apprezza ancora che attraverso il cibo mi prenda cura di lui.
    Dei piatti di mia mamma, che ormai non cucina più da tanto tempo,ho nostalgia dei ravioli fatti in casa con la sfoglia tirata a mano sull'asse di legno, della torta verde, quella estiva con le zucchine trombette e delle frittelle di mela. Tutti piatti che hanno sapore di affetto.

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  13. Anno dopo anno da quando ho lasciato la mia città mi avvicino sempre di più ai piatti tradizionali della mia famiglia di origine, magari un pò più leggeri - che il disfritto non tutti lo digeriscono - ma sempre saporiti come i crauti o i sardoni in savor - ah come dimenticarli???
    :-)
    Grazie per il bellissimo post!

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  14. E' vero le mamme non saranno più ricordate per i manicaretti ( io stessa non amo cucinare...), ma saranno ricordate per altre cose, io la famiglia ' di una volta non la rimpiango affatto. I miei figli , ormai ventenni, per esempio, cominciano a ringraziarci per aver dato loro una cultura laica e libera e di aver lasciato sempre aperte le porte al nuovo e al diverso. Detto questo : ricordo i peperoni ripieni di carne di mia mamma, che però è morta a 50 anni e ho il sospetto che non piacesse cucinare nemmeno a lei!Ma a all'epoca era proibito dirlo!

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  15. Eeeeh, qui il commento per me sarebbe lungo... Mio padre era un buongustaio e, nonostante la mamma sia emiliana, non impazziva per cucinare. Tuttavia si adattò alle esigenze del bacàn e spesso cucinava cibi che mangiavamo solo io e lui, tipo le lumache, i tordi, le trippe. Seguiva la capra e fagioli, la fricassà, lo stoccafisso in umido, i bieleti, il merluzzo con le erbe... insomma tutto ciò che di più ligure possa esistere. Per contro c'erano anche le preparazioni emiliane, in primis le "carscenti" da mangiarsi calde con prosciutto crudo e formaggio... e la schiaccia, un dolce ripieno di marmellata uvetta e pinoli. Se sono sovrappeso ci sarà un perchè!

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  16. che disfattismo, alberto caro...
    come dice aleph, ora i nostri figli potranno rimandare anche altri sapori, assaggiati in casa d'altri (stranieri) con medesima tradizione; in quanto alla mia famiglia di origine: ho una madre ottima cuoca e altrettanto fu la sua ma, sia mio nonno, che mio padre, che mio figlio e suo padre, si sono sempre "sostituiti" egregiamente ai fornelli!

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  17. Il problema non è che le mamme d'oggi non abbiano il tempo per cucinare, ma che purtroppo non ne abbiano la competenza. Le tradizioni culinarie sono cultura, e non è così automatico che basti andare in trattoria per trovare piatti particolari. Temo che già oggi tanti piatti di una volta siano di fatto scomparsi. Nel mio piccolo, ho tentato di apprendere da mia madre la maggior parte dei suoi piatti più gustosi, e tenterò per quanto possibile di tramandarli ai miei figli.
    Poi naturalmente, non è che questo significhi essere sciovinisti. Non disdegno di andare talvolta in ristoranti con cucine esotiche. Il punto è che la diversità va garantita, è la vera ricchezza dell'umanità: che tristezza vedere ragazzi nutriti ad hamburger e cocacola!

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  18. Mia madre era una casalinga, aveva tempo ma ora lo so: cucinava da schifo!

    Le nonne invece... quelle sì che cucinavano veramente!!!

    E tu, sai cucinare?
    Io quando posso - poche volte - mi ci metto in cucina.

    Un saluto.

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  19. Per fortuna mia moglie cucina bene e pure io ogni tanto mi diletto. Però è vero che non c'è più il tempo per certe ricette elaborate che si facevano una volta. E' un peccato perchè si perdono tanti sapori tipici per finire nel calderone di prodotti di massa.
    Un mio ricordo era la Creme Caramel fatta in casa: la faceva mia nonna. Neanche confronto con qualsiasi prodotto industriale.

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  20. Sai che cosa mi piace pensare? Che questa triste nuova tendenza al pasto precotto e monogusto, sia in realtà una trovata del genere femminile finalizzata ad allevare un maschio diverso da quello della precedente generazione. Stanche dei continui paragoni tra la propria cucina e quella della propria suocera, hanno deciso, di comune accordo, di estirpare il problema alla radice. I nostri figli non tortureranno più le proprie fidanzate con l'inarrivabile cucina materna.

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  21. Uno su tutti, lo spiedo dei miei nonni. Pezzi di carne piccoli, giusto un boccone, ma abbastanza grandi da non rompersi una volta che venivano infilati; patate, a rondelle, che si intervallavano alla carne, una foglia di salvia qui e una lì, ad insaporire il tutto. E il fuoco che danzava nel camino. L'odore di brace che diventava profumo di cottura.
    Un sapore e tante sensazioni ormai solo ricordi.

    Posso dirti, però, che nonostante la stanchezza (esco di casa alle sette del mattino, rientro, se tutto va bene, alle sette passate di sera), mio marito ora e i nostri figli domani non camperanno MAI a "Quattro salti in padella"!

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  22. Un ricordo di un piatto che mi riporti alla mia infanzia?
    Tanti piatti... ero fortunata : mamma,nonna e bisnonna in casa e dedite alla cucina!Da parte di mamma ricette di Perugia ,da parte di papà Bologna e quindi le cucine tradizionali si mescolavano!
    Fra i ricordi ... in assoluto tre : la papparuccia di nonna Angiolina (polenta cotta in un ragù di fagioli), la torta sul testo con le erbette di nonna Ada (era un torta salata cotta su pietra ollare sulla stufa a legna e poi condita con erbe di campo lessate e ripassate in padella,una squisitezza!)e il fiordilatte di mia mamma (che mi faceva solo per il compleanno visto la quantità di uova,12,di zucchero e latte, insomma un dolce "tosto"!).
    Non ho imparato proprio tutto,ma adoro cucinare e mi dedico a questa passione (compreso fare le marmellate) purtroppo non ho figli, ne nipoti a cui tramandare le antiche ricette!;((
    saluti val

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  23. beh non è un piatto tipico ma le patate fritte con il coniglio cucinato sulla stufa a legna come faceva la mia nonna non sono piu' riuscito a mangiarlo...

    ciao Alberto, ti è arrivato il CD?

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  24. si alcuni ...
    pero` la mamma non e` l'unica scuola di cucina: io per esempio, col tempo (il che vuol dire a partire dai 12 anni) mi son evoluto indipendentemente e sulla preparazione di molte cose non concordo con lei...
    e poi il mangiar bene e` una malattia potentissima: dopo non puoi piu` tornare indietro - la chiave sta dunque nel preservare il patrimonio culturale culinario, se nonc i pensano le mamme, ci pensi qualcun altro ... non sarei cosi` disfattista.

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  25. a Natale papà pestava il grano in un vecchio mortaio di quercia, venti e passa battute ogni manciata, poi lo faceva asciugare su di una tovaglia. la mamma lo faceva poi cuocere con le cotiche di maiale, infine una volta cotto, circa quattro ore, le porzioni venivano versate nella padella ed amalgamate con un soffrito di porro e pomodoro.
    era il piatto di Natale.
    Baruffa

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  26. Belin! L'ho giusto regalato a mia madre questo grembiule... concordo con te non credo che i bambini di oggi avranna nostralgia di patatine fritte e surgelati (anche se non tutti cucinano così)... non saprei fare una classifica dei piatti ma direi... gnocchi fatti in casa al pesto, taglierini verdi fatti in casa al sugo alla genovese, ravioli alla genovese sempre fatti in casa, minestrone con i taglierini rigorosamente freddo, stoccafisso, trippe... non mi fermo più! Fame.
    saluti

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  27. devo dire che io non ho nostalgia della cucina della mia mamma, che era una brava cuoca ma solo per dovere,e che appena ha potuto mi ha lasciato campo in cucina, oddio i suoi carciofi alla giudea e i suoi fiori di zucca sono imbattibili, ho nostalgia della cucina della mia nonna e infatti spesso rifaccio le sue ricette, ho ereditato da lei la passione per la cucina e me la cavo piuttosto bene e credo proprio invece che i miei figli proveranno eccome nostalgia per la mia cucina, e ho iniziato a scrivere un piccolo blog di cucina per le mie "bambine" (valentina e le sua amiche) che spesso mi chiedono come si cucini un piatto!!!

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  28. come detto sopra nostalgia per i fiori di zucca della mamma, che però a natale fa sempre, e per i pranzi domenicali dalla nonna che faceva i vincisgrassi, le olive ascolane e le fettine panate.

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  29. Mia madre cucinava da schifo, io non ci provo nemmeno, leggo le istruzioni per l'uso e mi limito a non far scuocere la pasta o il riso.
    Rimpiango un paio di cose della mia terra, la pasta alla norma e gli arancini.
    Una della terra di mio marito, la pecora in umido, se la cucino io la casa puzza di uova marce, se la cucina mia cognata mi lecco le dita.

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  30. Uno. il risotto alla milanese (quello con i fegatini di pollo per intenderci) che faceva mia nonna quando da bambino e ragazzo andavo in Piemonte. E mi rendo conto che é il colmo per uno come me che, invece, vive di pasta :-)))

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  31. Come sempre profonde e penetranti, le tue considerazioni, Alberto. Anche stavolta, a partire da uno spunto che apparentemente potrebbe essere 'normale e anonimo' e quindi passare inosservato


    Adonai

    Apo

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  32. sandro oddo15/2/10 17:51

    Il profumo della "pasta", cioè della cosidetta torta verde è veramente unico. Era cotta (purtroppo oggi è diventata una rarità) in una teglia con sopra un coperchio (il testu). Per cuocerla servono i magliöi, cioè i sarmenti delle viti, messi sopra e sotto.
    Ha un sapore eccezionale, ti si squaglia in bocca, mentre le mani rimangono un po' unte d'olio.
    Se devo essere sincero, quello che più rimpiango è però una banale patata bollita, che mia nonna con la schiumarola toglieva dalla pentola e, dopo avervi messo sopra un pizzico di sale, mi porgeva. E' la nostalgia del passato, di quando si era piccoli ed...affamati, ma anche il rimpianto delle cose semplici.

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  33. Mia mamma era ed è una frana ai fornelli. Quasi quasi mi viene da dire "per fortuna": ho un motivo in meno per essere nostalgica.

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  34. Mia nonna non era abile in cucina,ma ricordo ancora il pollo arrosto e il ragù della domenica e soprattutto il riso cotto nel latte con la cannella. Ho la fortuna di avere una suocera, cuoca esperta, dalla quale ho imparato qualche variante di piatti tipici e una mamma che ancora ci coccola con pranzetti domenicali ( buoni i fravagli fritti, salsiccia e friarielli, carciofi arrostiti, sartù , timballi e basta…che ingrasso solo a nominarli ;) ).
    A mia madre però associo la pastiera. Mamma dedica un’uscita speciale solo per acquistare gli ingredienti per la pastiera . Qualche giorno prima di prepararla, mette il grano a mollo nell’acqua. Il giorno successivo lo cuoce nel latte. E al terzo giorno assisto alla vera resurrezione di mamma. Premetto che a tutt’oggi non si cimenta nei dolci se non negli struffoli e nella pastiera, che merita effettivamente un plauso, anche per le irregolari strisce incrociate di pastafrolla che sono la sua inconfondibile firma. Per soddisfare le richieste di amici e conoscenti che la prenotano, per un giorno intero inforna e sforna dolci di vario diametro, e non vuole essere disturbata. Poiché le specialità gastronomiche di famiglia si trasmettono ancora di madre in figlia(ebbene sì),per anni le ho chiesto le dosi per prepararla.In effetti non le ho mai avute perché lei,come mia suocera, dosa tutto ad occhio. Finalmente un giorno ho scoperto la ricetta della bisnonna Sofia e ho imparato a cucinarla. Per noi tutti, rappresenta un po’ l’energia, la sostanza e la dolcezza di mamma.

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  35. Per mia mamma il cibo non era fonte di piacere, come invece lo è per me, per cui nel mio caso tra madre e figlia non c'è stato nulla da tramandare (polpette a parte). Per i ricordi salto una generazione e vado senz'altro alla Zuppa della mia nonna paterna, fatta col cavolo nero, i fagioli, il nostro delizioso pane sciocco e tante altre prelibatezze. Una signora Zuppa, che le costava un gran lavoro e che ha lasciato un ricordo indelebile e nostalgico.
    Ma mentre scrivo affiora un altro ricordo legato a mia mamma, quando eravamo piccoli, a Natale e a Pasqua la preparazione dei tortellini, la sfoglia tirata con il mattarello e noi bambini che desideravamo tagliarla.
    E a carnevale i cenci tagliati con la rotella dentata. Ma quelli imparai subito a farli anche io, e quando li friggo (ormai di rado), il ricordo va sempre ai carnevali dell'infanzia.
    Mio caro, con il tuo post hai dato la stura ai ricordi. Bravo!

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  36. Mi si è aperto il cuore a leggere i vostri commenti. E un po' di più mi si è aperto leggendo sulle cose della mia terra.

    Mi aggancio a quello che dice Sandro Oddo sulla torta verde. Anche per me è uno dei ricordi più vivi, e tali rimarranno, perché è materialmente impossibile ripetere quella cucina. Da noi però la torta veniva messa su un tagliere e infornata sulla "ciappa" del forno a legna. Quell'odore, quando veniva sfornata, ce l'ho ancora qui. Una volta ne mangiai una col ripieno di erbe tutte selvatiche, non vi dico.

    Fausto ti do la mano per le trippe, mai più mangiate come quelle. E che dire del gran pistau di cui parla Baruffa, grande piatto di Pigna. E poi i preti, la coda di stoccafisso ripiena, le acciughe farcite di erbe in umido, i ravioli, sempre di erbe, i bårbågiuåi...

    Basta mi fermo, ma l'argomento non è chiuso.

    Mi aspetta un minestrone di cavolo nero.

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  37. vabbè ... magari è ora che siano i "papà" a darsi alla cucina ... e si potrebbe pensare a qualche bel grembiulino anche per loro
    ;-)

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