Invitato dall'amica Annarita a partecipare al Carnevale della matematica ho accettato di buon grado e adesso scrivo questo post che vuole essere un omaggio a tutte le creature affette dalla sindrome di Asperger che li rende degli esseri speciali e i bambini ancora di più.
Qualche anno fa uscì un libro che grosso modo poteva definirsi un giallo "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte". Fu un successo mondiale e mi dicono che continui a vendere parecchie migliaia di copie ogni anno.
Conobbi l'autore, Haddon Mark, quando venne a Milano per la presentazione, e poi diventai anche amico, per altri motivi, di Paola Novarese, che aveva tradotto il romanzo.
È la storia, narrata in prima persona, di Cristopher Boone, che, trovato il cane Wellington ucciso con un forcone, comincia a indagare fino a trovare il colpevole. Il ragazzo quindicenne soffre della sindrome di Asperger, una forma particolare di autismo. Capisce tutto di matematica e pochissimo degli esseri umani. Odia il giallo e il marrone, ama il rosso e detesta essere toccato.
Riporto alcuni passi del libro
Il signor Jeavons disse che mi piaceva la matematica perché mi faceva sentire sicuro. Disse che mi piaceva perché la matematica serve a risolvere i problemi, poi aggiunse che questi problemi erano difficili e interessanti, ma che alla fine c'era sempre una risposta chiara e diretta per tutto. Ciò che intendeva era che la matematica non è come la vita perché nella vita non esistono riposte chiare e dirette. So che era questo che voleva dire perché è quello che ha detto.
Perché il signor Jeavons non capisce i numeri.
[...]
Dovevo andarmene da quella casa. Mio padre aveva ucciso Wellington. Significava che avrebbe potuto uccidere anche me, perché non avevo fiducia in lui, anche se aveva detto «Abbi fiducia in me». Perché mi aveva detto una bugia su una cosa molto importante.
Ma non potevo andare via subito perché mi avrebbe visto, avrei dovuto aspettare che si addormentasse.
Erano le 23,16.
Cercai di nuovo di calcolare «2 alla», ma non riuscii ad andare oltre 215, cioè 32768. Così mi misi a gemere per far passare il tempo più velocemente e non pensare.
[...]
Mentre dormivo feci uno dei miei sogni preferiti. Qualche volta lo faccio durante il giorno, e allora è un sogno ad occhi aperti. Ma spesso lo faccio anche di notte.
Nel sogno non ci sono quasi mai superstiti sulla Terra, perché l'intera popolazione ha contratto un virus. Che non è come un virus normale. E' come il virus di un computer. Lo si prende a causa del significato delle parole dette da una persona infetta e di quello che esprime con la faccia quando le pronuncia, che vuol dire che le persone possono prenderlo anche solo guardando una persona infetta alla televisione.
[...]
E andai in una libreria con mia madre e comprai un libro di matematica avanzata e mia madre disse alla signora Gascoyne che l'anno dopo avrei dato l'esame di matematica avanzata e lei disse: - Va bene.
E io lo passerò e prenderò di nuovo il massimo dei voti. E tra due anni darò l'esame di fisica e prenderò il massimo dei voti.
E dopo aver fatto questo, mi iscriverò all'università in un'altra città. E non deve per forza essere Londra perché Londra non mi piace e ci sono università un po' dappertutto e non solo nelle grandi città. E vivrò in un appartamento con un giardino e un bagno come si deve. Porterò con me Sandy [è il cane, n.d.r.] e i miei libri e il mio computer.
E poi mi laureerò a pieni voti e diventerò uno scienziato.
E so di potercela fare perché sono andato a Londra da solo e perché ho risolto il mistero di Chi ha ucciso Wellington? e ho trovato mia madre e sono stato coraggioso e ho scritto un libro e questo significa che posso fare qualunque cosa.
Perché il signor Jeavons non capisce i numeri.
[...]
Dovevo andarmene da quella casa. Mio padre aveva ucciso Wellington. Significava che avrebbe potuto uccidere anche me, perché non avevo fiducia in lui, anche se aveva detto «Abbi fiducia in me». Perché mi aveva detto una bugia su una cosa molto importante.
Ma non potevo andare via subito perché mi avrebbe visto, avrei dovuto aspettare che si addormentasse.
Erano le 23,16.
Cercai di nuovo di calcolare «2 alla», ma non riuscii ad andare oltre 215, cioè 32768. Così mi misi a gemere per far passare il tempo più velocemente e non pensare.
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Mentre dormivo feci uno dei miei sogni preferiti. Qualche volta lo faccio durante il giorno, e allora è un sogno ad occhi aperti. Ma spesso lo faccio anche di notte.
Nel sogno non ci sono quasi mai superstiti sulla Terra, perché l'intera popolazione ha contratto un virus. Che non è come un virus normale. E' come il virus di un computer. Lo si prende a causa del significato delle parole dette da una persona infetta e di quello che esprime con la faccia quando le pronuncia, che vuol dire che le persone possono prenderlo anche solo guardando una persona infetta alla televisione.
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E andai in una libreria con mia madre e comprai un libro di matematica avanzata e mia madre disse alla signora Gascoyne che l'anno dopo avrei dato l'esame di matematica avanzata e lei disse: - Va bene.
E io lo passerò e prenderò di nuovo il massimo dei voti. E tra due anni darò l'esame di fisica e prenderò il massimo dei voti.
E dopo aver fatto questo, mi iscriverò all'università in un'altra città. E non deve per forza essere Londra perché Londra non mi piace e ci sono università un po' dappertutto e non solo nelle grandi città. E vivrò in un appartamento con un giardino e un bagno come si deve. Porterò con me Sandy [è il cane, n.d.r.] e i miei libri e il mio computer.
E poi mi laureerò a pieni voti e diventerò uno scienziato.
E so di potercela fare perché sono andato a Londra da solo e perché ho risolto il mistero di Chi ha ucciso Wellington? e ho trovato mia madre e sono stato coraggioso e ho scritto un libro e questo significa che posso fare qualunque cosa.
Un articolo della rivista Wired sosteneva che la sindrome di Asperger è particolarmente diffusa nella Silicon Valley, crocevia di informatici e matematici. Questo ha creato una leggenda durevole, pubblicizzata dai media, che la "sindrome dei geek" sia la stessa cosa della sindrome di Asperger, risultando in una gran quantità di autodiagnosi. Sebbene queste condizioni si sovrappongano, c'è consenso che la maggior parte dei geek sono persone comuni, anche se particolari, e non mostrano tratti del comportamento autistico.
Tuttavia, recentemente Bram Cohen, il trentaduenne programmatore statunitense autore del famoso protocollo BitTorrent si è detto convinto di avere la Sindrome di Asperger, avvalorando la tesi di un legame con capacità informatiche eccezionali, così come il famoso hacker informatico Gary McKinnon sostiene di essere affetto da questa patologia. Addirittura Bill Gates ammette apertamente d'avere molte di queste caratteristiche, seppure in modo non così marcato da pregiudicarne o comprometterne la "vita sociale".
da Wikipedia
Tuttavia, recentemente Bram Cohen, il trentaduenne programmatore statunitense autore del famoso protocollo BitTorrent si è detto convinto di avere la Sindrome di Asperger, avvalorando la tesi di un legame con capacità informatiche eccezionali, così come il famoso hacker informatico Gary McKinnon sostiene di essere affetto da questa patologia. Addirittura Bill Gates ammette apertamente d'avere molte di queste caratteristiche, seppure in modo non così marcato da pregiudicarne o comprometterne la "vita sociale".
da Wikipedia
Ne approfitto per salutare Giovanna, l'altra amica matematica.
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Non si può avere tutto.
RispondiEliminaLa genialità di alcuni matematici implica sindromi strane: la loro funzione penso che li appaghi talmente da non avere poi grandi sofferenze per le relazioni umane strampalate. D'altronde la matematica dà loro risposte chiare e precise, gli umani un pò meno...
Al, tu sei speciale! :-)
RispondiElimina... come "Lo strano caso..."!! Libro che ho divorato e letto e riletto a spizzichi...
Sai, è uno di quei libri che dicevo... devo tenermi vicino!:-)
Non per *la matematica* che c'è dentro, e ci sono parti straordinarie (il problema dei Soldati di Conway, il problema di Monty Hall, gli schemi, le dimostrazioni di Christopher..)
ma per il micromondo del ragazzino, il suo sentire, la sua grande pienezza interiore, le sue emozioni.
Un libro che a me ha commosso e continua a commuovere.
g r a z i e Al!
g
Grazie per la recensione: adoro i libri. Questo non lo conoscevo.
RispondiEliminaHo conosciuto da vicino la sindrome di Asperger e ho letto lo straordinario libro di Mark Haddon
RispondiEliminaLo sto rileggendo a scuola con i miei cari discoli del recupero pomeridiano. Ragazzi in difficoltà di apprendimento, che non amano leggere in genere, ma che sono stati catturati dalla figura di Cristopher...
Una scelta che denota sensibilità d'animo. Grazie, Alberto.
annarita
Ma te sei un matematico, Alberto?
RispondiEliminaconosco un po'la sindrome di cui parli perchè mia figlia, appena entrata in ruolo, ha seguito un bambino di 8 anni affetto da questa malattia. mi raccontava della sua grande capacità di memorizzare, ma della sua scarsa capacità di mostrare emozioni. era entrata in sintonia con lui e dopo il percorso di un anno, il bimbo era riuscito a giocare con le sua affettività e ad esternare i suoi sentimenti. grande traguardo!
RispondiEliminaHo letto il libro appena uscito in italia.Il ragazzino è colto perfettamente , non solo per quanto riguarda la sua capacità matematica ma anche nelle vicende quotidiane. Purtroppo non è che tanta naturalezza coi numeri ne facciano sempre dei geni. In ogni caso grazie della dritta su questo 'carnevale della matematica'.
RispondiEliminaEssendo stata fuori non ho potuto seguirein contemporanea la discussione introdotta dal russo. Se mi permetti vorrei dire la mia qui anche se vado fuori post.
In linea di massima il russo ha ragione. Ammettiamo che tutti noi che ci riempiamo la bocca contro questo o quello cominciassimo SERIAMENTE a boicottare certe marche...ma sul serio, tutti tutti. Beh, è indubbio che ciò avrebbe una portata visibile e reale e una ricaduta economica reale sui suddetti monopoli, che sarebbe immensamente più utile di tante manifestazioni senza conseguenze. Ma la cosa su cui vorrei spostare l'attenzione è appunto sul monopolio. Ormai le librerie indipendenti sono costrette a chiudere, idem le case editrici minori. Nessuno pare capire il danno di tutto questo sulla qualità e la libertà di espressione. Un amico proprietario di una di queste librerie indipendenti, proprio l'altro giorno era depresso per il fatto non tanto che la gente non legge, ma per il fatto cheormai tutti leggono le stesse cose : tutto ciò che esula dal grande marketing è ridotto a nicchia che tra un pò non avrà neppure modo di avere una libreria di fiducia e un libraio esperto e preparato che lo consigli. Infatti di riflesso ormai i commessi di questi megastore sono degli assoluti analfabeti letterari. E' tutta una catena...
In questo senso il mio 'amico' sta facendo propaganda perchè si vada a comprare nelle piccoole librerie e si scelgano ANCHE edizioni che puntano sulla qualità, perchè se è anche vero che ancora molti sono in catalogo nelle grandi edizioni, a lungo andare non si sa come andròà a afinire questo
andazzo.
Perciò mi accodo anche io al suo appello : per natale compriamo e regaliamo libri presi in queste liberie! Non uccidiamole.
Delle centinaia di ragazzi disabili con cui ho avuto a che fare per lavoro, gli psicotici sono quelli che più mi sono rimasti nel cuore. Di ognuno ricordo le stereotipie, le manie, le ossessioni, le angosce. Mi affascina il loro essere così fuori dalla realtà. Lontani da noi come piccoli marziani indifesi giunti in un pianeta sconosciuto. Mi piace quando col tempo riesco a rassicurarli e a conquistarne, se non l'affetto, almeno un grammo di fiducia. Mi piace sentirmi argine della loro fragilità. Mentre scrivo mi accompagna lo sguardo di Antonio, il "mio" primo psicotico: quando mi guardava mi trapassava, come se vedesse qualcosa, al di là di me. Gli volevo un bene dell'anima, pur sapendo che lui non avrebbe mai contraccambiato (o forse proprio per quello: gli volevo bene per tutti e due)
RispondiEliminaGrazie per il riferimento al "carnevale della matematica" e all'interessante sito di Giovanna.
RispondiEliminaPermettimi di aggiungere una pagina sui Regular Polytopes che trovo affascinanti.
È un libro che non si dimentica, ironico e commovente suscita riflessioni soprattutto nelle parti in cui Christopher descrive le percezioni di sé e le difficoltà a capire gli altri e il linguaggio parlato. La matematica e la scienza sono per lui un rifugio ma allo stesso tempo un tramite per rapportarsi alla vita, guadagnarsi uno spazio e progettare il futuro.
RispondiEliminaOttima scelta, Alberto!
Qualche anno fa mi sono occupata di giovanissimi affetti da Sindrome d'Asperger, in sostegno alle loro difficoltà relazionali e sociali: mi sono affacciata in un mondo eccezzionale, di ragazzi con una ferita profonda ed intima, ma di spiccata intelligenza. Il Q.I., per tutti, era nettamente superiore alla media e m'è rimasto un ottimo ricordo di quel gruppo di ragazzi.
RispondiEliminaMi vien da pensare che, anche nel web, s'annidino diversi Asperger (et similia) che, grazie all'anonimato di questo strumento, trovano un'espressione migliore ed un apprezzamento senza pregiudizi.
La matematica pura è qualcosa di totalmente estraneo alla realtà, cosa che non vale per le altre discipline, neppure per la "fantasiosissima" letteratura (tutta la letteratura di qualità ti insegna qualcosa sul mondo). La vera "evasione" dalla realtà non è dunque data dalla poesia, che della realtà si deve nutrire se vuol dire qualcosa di sensato, ma appunto dalla matematica pura.
RispondiEliminaLa matematica applicata alle altre discipline (idraulica, meccanica, ecc.) è invece indispensabile - e concreta. Per esempio, la trigonometria in sé è decisamente "astratta", ma se viene utilizzata per calcolare ad esempio l'angolo di inclinazione che deve avere un impianto fotovoltaico per utilissare al massimo l'irradiazione luminosa e al contempo evitare fenomeni di abbagliamento sulla vicina autostrada sopraelevata, è utilissima. Come utile è la formula per calcolare la produzione di energia di una turbina idroelettrica (accelerazione di gravità X dislivello tra punto di captazione e turbina X quantitativo di acqua in deflusso X rendimento della turbina), e così via.
Concretissime sono poi la chimica, la fisica, la botanica, la geologia, la biologia... indispensabili per la conoscenza del mondo e dei suoi meccanismi. Anzi, io penso che anche uno scrittore che voglia rendere efficacemente il proprio mondo non possa prescindere dalla loro conoscenza.
Ma la matematica pura per me resta un incubo di cristallo.
Ringrazio molto per i vostri commenti che hanno arricchito il post sia dal punto di vista intellettuale che da quello più propriamente umano.
RispondiEliminaNo Sciuscia, non sono un matematico. Ma mi interessa la matematica.
Mi aggiungo ai commenti anche se in ritardo solo per dire che ho letto con passione il libro appena uscito e ho avuto a scuola un bambino con sindrome di Asperger che tuttavia non aveva spiccate doti matematiche. Con lui è stato un cammino lungo e difficile nel quale ho imparato più io di lui e che mi ha fatto capire quanto importante e imprescindibile sia la relazione affettiva tra alunno e insegnante.
RispondiEliminamio figlio ed è un ragazzo splendido intelligente sensibile affettuoso con una capacità e una lucidità mentale insuperabile e però con tanta voglia di avere almeno un amico che però non riesce a farsi
RispondiEliminaIo ho una "forma lieve" di sindrome di Asperge, ma pagherei per averne una forma più intensa.
RispondiEliminaBellissimo articolo.
RispondiEliminaVolevo invitarti ad unirti alla nostra community sull'Asperger.
http://www.spazioasperger.it
@Wolfgang
RispondiEliminaGrazie, adesso guardo.