Pagine

sabato 19 dicembre 2009

Wislawa Szymborska

Scorcio di secolo

Doveva essere migliore degli altri il nostro XX secolo.
Non farà più in tempo a dimostrarlo,
ha gli anni contati,
il passo malfermo,
il fiato corto.

Sono ormai successe troppe cose
che non dovevano succedere,
e quel che doveva arrivare,
non è arrivato.

Ci si doveva avviare verso la primavera
e la felicità, fra l’altro.

La paura doveva abbandonare i monti e le valli,
la Verità doveva raggiungere la meta
prima della menzogna.

Certe sciagure
non dovevano più accadere,
ad esempio la guerra
e la fame, e così via.

Doveva essere rispettata
l’inermità degli inermi,
la fiducia e via dicendo.

Chi voleva gioire del mondo
si trova di fronte a un compito
irrealizzabile.

La stupidità non è ridicola.
La saggezza non è allegra.

La speranza
non è più quella giovane ragazza
et caetera, purtroppo.

Dio doveva finalmente credere nell’uomo
buono e forte,
ma il buono e il forte
restano due esseri distinti.

Come vivere? – mi ha scritto qualcuno,
a cui io intendevo fare
la stessa domanda.

Da capo e allo stesso modo di sempre,
come si è visto sopra,
non ci sono domande più pressanti
delle domande ingenue.



Wisława Szymborska
Bnin (Kórnik) Polonia 1923


Technorati Tags:

7 commenti:

  1. ti condivido , come sempre. anch'io stò cercando per gli amici la poesia di Natale e pensavo al il vecchio professore e/o la fine e l'inizio della Szymborska. peraltro aggiungo che spinto dallo Schif/ani del momento sarebbe opportuno per utti aprire il blog con il proprio nome ( come fai tu, ed (anche se non è che mi piaccia tanto, iscriversi anche a facebook.

    ciao

    RispondiElimina
  2. Ah! Szymborska, che bella sorpresa.
    Con la sua naturalezza lieve e un linguaggio quasi colloquiale, sa scavare profondamente e raggiungere il cuore di tutti.
    Grazie Alberto.Buon fine settimana!

    RispondiElimina
  3. "Da capo e allo stesso modo di sempre,
    come si è visto sopra,
    non ci sono domande più pressanti
    delle domande ingenue."

    Mi basta questa chiosa che mi veste.

    RispondiElimina
  4. Ci troviamo, ad ogni epoca e latitudine, tanto piccoli e miseri, di fronte alla garnde domanda di senso dell'esistere; io penso che la risposta sia esattamente nel "piccolo", senza manìe d'invadere il "piccolo" dell'altro e del suo sentire.

    RispondiElimina
  5. Trovo assai pertinente - persino Casini ha messo in guardia contro quel che sta succedendo in proposito - anche quest'altra, della stessa autrice:

    L’ODIO
    Guardate com'è sempre efficiente
    come si mantiene in forma
    nel nostro secolo l'odio,
    con quanta facilità supera gli ostacoli
    come gli è facile avventarsi, agguantare.
    Non è come gli altri sentimenti,
    insieme più vecchio e più giovane di loro,
    da solo genera le cause
    che lo fanno nascere.
    Se si addormenta il suo non è mai un sonno eterno,
    l'insonnia non lo indebolisce ma lo rafforza.
    Religione o non religione
    purché ci si inginocchi per il via
    Patria o non patria
    purché si scatti alla partenza
    Anche la giustizia va bene all'inizio,
    poi corre tutto solo,
    l'odio. L'odio.
    Una smorfia di estasi amorosa
    gli deforma il viso.
    Oh, quegli altri sentimenti
    malaticci e fiacchi!
    Da quando la fratellanza
    può contare sulle folle?
    La compassione è mai
    arrivata per prima al traguardo?
    Il dubbio quanti volenterosi trascina?
    Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
    Capace, sveglio, molto laborioso...
    Occorre dire quante canzoni ha composto?
    Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
    Quanti tappeti umani ha disteso
    su quante piazze, stadi?
    Diciamoci la verità:
    sa creare bellezza
    splendidi i suoi bagliori nella notte nera
    magnifiche le nubi degli scoppi nell'alba rosata
    innegabile è il pathos delle rovine
    e l'umorismo grasso
    della colonna che vigorosa le sovrasta.
    È un maestro del contrasto
    tra fracasso e silenzio
    tra sangue rosso e neve bianca
    e soprattutto non lo annoia mai
    il motivo del lindo carnefice
    sopra la vittima insozzata.
    In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
    Se deve aspettare aspetterà.
    Lo dicono cieco. Cieco?
    Ha la vista acuta del cecchino
    e guarda risoluto al futuro.
    Lui solo.

    RispondiElimina
  6. Grazie Botanicus, proprio ma proprio in tema.

    RispondiElimina