Reines Marguerites Imbriquées Pompon
Da «Revue de l'horticolture belge et étrangères»
Di Pejrone avevo letto i libri precedenti, ma questo ultimo fresco di stampa mi sembra la summa delle sue conoscenze ammantate del grande amore che l'autore nutre per le piante tutte e anche il pacato ma fermo rifiuto di tutti i modernismi e le mode che niente hanno a che vedere col mondo vegetale e tutte le sue sensibilità.
La nostra epoca frenetica ha bisogno di pazienza e tolleranza. Il lavoro del giardiniere richiede un senso diverso del vivere perché in giardino non c'è fretta. Il coltivare con delicatezza piante, alberi e fiori si rivela, nella sua necessaria lentezza, un modo per cambiare il nostro rapporto col tempo. L'idea insomma di un giardino fondato sulla semplicità, sul rispetto delle piante, sulla spontaneità attraverso cui devono crescere, contro ogni sofisticazione. Un giardino che rappresenta un'utile strategia anticonsumistica, una terapia benvenuta per la guerra contro gli sprechi, la battaglia contro i veleni, la lotta contro tutto ciò che danneggia la nostra salute.
Pubblico questi due passi che sono una critica contro una sbagliata maniera di concepire i giardini, ma la maggior parte del libro è dedicata a una fantasmagorica varietà di piante, ognuna con le sue virtù e le sue debolezze, proprio come noi.
[...]
Manca spazio? Perché non fare i giardini verticali? Ecco una "logica" risposta alla banale e invasiva orizzontalità. E al grido: meglio verticali che nulla! (e alla faccia di un quieto, normale, umano e sano vivere) la propaganda "grattacielica", ogni giorno, con insistenza, propaga anche i suoi buoni e rivoluzionari giardini verticali: dei veri e studiatissimi pezzi di bravura giardiniera.
Tanto da diventare una gran moda e, come tutte le mode, pretende d'essere ammirata: chi non cade prontamente estasiato davanti ai giardini verticali non è up to date ed è certamente un oscurantista.
Non c'è più spazio per le persone? Bene, perché non impilarle una sopra l'altra come le sedie di un dehor? Non c'è spazio per un giardino e le sue piante? Bene, impila,molo pure come se fosse un grande e vero club-sandwich.
[...]
Nei giardini privati, invece, i nuovi protagonisti sono i vecchi ulivi, grandi e spesso secolari: sono diventati, pure loro, vistone il largo uso e addirittura l'abuso, piante alla moda. Come certi mobili antichi, non possono mancare in certe case.
Forzatamente fatti emigrare da terre lontane, Puglia, Spagna e Portogallo, sono diventati, loro malgrado, dei poveri ed erratici zimbelli di pregio, esibiti come punti "focali" di tantissimi nuovi giardini: hanno preso il posto che un tempo competeva alle magnolie e ai cedri.
Vittime viventi di una diabolica congiura fatta di inverni tiepidi e d'assenza di neve (sempre più rara e velleitaria), hanno reso facile la loro coltivazione in ampie regioni del Nord.
Chi pianta con tanta disinvoltura i vecchi ulivi non si è mai chiesto da quale regione possono provenire e di quale cultivar (delicata o resistente al freddo) possono essere?
Non è infatti difficile immaginare come il clima dell'Andalusia sia differente da quello piemontese... Come ben sappiamo e come facilmente dimentichiamo, il clima si prende (prima o poi) le sue rivincite: sono passati poco più di vent'anni dal famigerato gennaio del 1985 che azzerò addirittura gli ulivi di Toscana... In agricoltura e in giardino col clima non si scherza.
[...]
Manca spazio? Perché non fare i giardini verticali? Ecco una "logica" risposta alla banale e invasiva orizzontalità. E al grido: meglio verticali che nulla! (e alla faccia di un quieto, normale, umano e sano vivere) la propaganda "grattacielica", ogni giorno, con insistenza, propaga anche i suoi buoni e rivoluzionari giardini verticali: dei veri e studiatissimi pezzi di bravura giardiniera.
Tanto da diventare una gran moda e, come tutte le mode, pretende d'essere ammirata: chi non cade prontamente estasiato davanti ai giardini verticali non è up to date ed è certamente un oscurantista.
Non c'è più spazio per le persone? Bene, perché non impilarle una sopra l'altra come le sedie di un dehor? Non c'è spazio per un giardino e le sue piante? Bene, impila,molo pure come se fosse un grande e vero club-sandwich.
[...]
Nei giardini privati, invece, i nuovi protagonisti sono i vecchi ulivi, grandi e spesso secolari: sono diventati, pure loro, vistone il largo uso e addirittura l'abuso, piante alla moda. Come certi mobili antichi, non possono mancare in certe case.
Forzatamente fatti emigrare da terre lontane, Puglia, Spagna e Portogallo, sono diventati, loro malgrado, dei poveri ed erratici zimbelli di pregio, esibiti come punti "focali" di tantissimi nuovi giardini: hanno preso il posto che un tempo competeva alle magnolie e ai cedri.
Vittime viventi di una diabolica congiura fatta di inverni tiepidi e d'assenza di neve (sempre più rara e velleitaria), hanno reso facile la loro coltivazione in ampie regioni del Nord.
Chi pianta con tanta disinvoltura i vecchi ulivi non si è mai chiesto da quale regione possono provenire e di quale cultivar (delicata o resistente al freddo) possono essere?
Non è infatti difficile immaginare come il clima dell'Andalusia sia differente da quello piemontese... Come ben sappiamo e come facilmente dimentichiamo, il clima si prende (prima o poi) le sue rivincite: sono passati poco più di vent'anni dal famigerato gennaio del 1985 che azzerò addirittura gli ulivi di Toscana... In agricoltura e in giardino col clima non si scherza.
[...]
Non conosco di persona Paolo Pejrone, ma grazie ai buoni uffici del caro Ugo mi riprometto di incontrarlo perché sarei molto felice di fotografare il suo giardino.
Pelargonimium Princess of Wales
Da «Illustrirte Garten-Zeitung», 1878
Paolo Pejrone
La pazienza del giardiniere
Storie di ordinari disordini e variopinte strategie
Einaudi
Technorati Tags:
Dunque esiste anche un fondamentalismo giardiniero...eppure secondo i giapponesi, un giardino zen si può creare ovunque ( anche in una cassetta) e che dire dei leggendari giardini pensili di babilonia? ...Se lo incontri chiediglielo da parte mia.
RispondiEliminaAlberi, piante, fiori, stanno bene ovunque: su un balcone, sul tetto di un grattacielo (meglio di un parcheggio),all'angolo di una strada (meglio di un cartellone pubblicitario), però è anche vero che sempre più spazi vengono sottratti a giardini e parchi nelle città e destinati alla costruzione di nuovi edifici.Paradossalmente il grattacielo potrebbe essere una soluzione allo sviluppo urbanistico delle città: si costruisce in verticale per lasciare spazio orizzontale per camminare a piedi tra il verde dei parchi.
RispondiEliminaCiao Alberto.
..."Luigi che con la maledizione della grandine e le gelate tardive aveva fatto i conti più di una volta."
RispondiEliminaAlcuni passi che hai postato sono molto interessanti e condivisibili. Certe "polemiche" sono giuste e le provocazioni che esprime (come l'impilare le persone in verticale...) sono efficaci per far risaltare al meglio il suo pensiero. Spero che tu riesca grazie a Ugo Gilletta nel tuo intento di fotografare il giardiono di Pejrone.
RispondiEliminaPS: complimenti, vedo che conosci molte persone interessanti.
Bellissimo post Alberto!
RispondiEliminaComplimenti!
Anche qui nel mio piccolo paese emiliano abbiamo uno scriteriato che ha fatto un parco con ulivi enormi trapiantati dalla Puglia ...col grande freddo dei giorni scorsi chissà cosa ne rimarrà a primavera.
Anch'io ho letto gli altri libri di Pejrone, e ora ho preso questo. Ho letto che ha degli ulivi,, mi piacerebbe vederli, assieme al resto del giardino di Pejrone. Se combini, Al, mi piacerebbe esserci. Come mi piacerebbe andare a trovare Mauro Corona.
RispondiEliminaE parlando di ulivi, sto leggendo il bel libro di Mort Rosembaum pubblicato da Donzelli, "Storia delle olive". Rosembaum vive sopra Cannes, non lontanissimo dal Ponente, se si vuole. Meno male che c'è ancora gente così, in questo piccolo inferno quotidiano di cinismo e indifferenza.
E vuoi cara Aleph che non gli chieda le cose che scrivi. Alcune me l'ero già pensate.
RispondiEliminaFilo
E quando andrò perché non vieni ance tu?
Silla
Bella citazione.
Daniele
Ci interessiamo a vicenda.
Fany
Vedi cosa succede a seguire le mode.
C.E.G.
Non ti avevo risposto all'sms che mi avevi mandato riguardo a Rosembaum perché pensavo prima di dargli un'occhiata, però in libreria non avevano il libro e l'ho ordinato. Si possono fare le cose che dici. Basta metterci d'accordo. Visto QUI? Ma non è tutto, ancora.
Dall'Associazione Amici di Biamonti però non erano arrivati annunci o comunicati in tal senso...
RispondiEliminaDi Tabucchi avevo apprezzato diverse cose, in particolare il Requiem e il lavoro su Pessoa. Ora è assurto a intellettuale di bandiera antiberlusconiano, ed è curioso, per certi versi, leggere quel che il presidente Giuliano, di stretta osservanza scaioliana, dice di lui.
Continuo però a fare un po' fatica a vedere il nesso tra Biamonti e i vincitori del premio che ne porta il nome (con l'eccezione di Kenneth White e della sua geopoetica). Sarà un limite mio, per carità, ma non mi ci ritrovo.
Volentieri, Alberto.Fammi sapere dove e quando via mail. Grazie.
RispondiEliminaPersonalmente sono dell'idea che in verticale, in orizzontale o in obliquo poco importa, importa solo che ci sia più verde possibile specie nelle città!
RispondiEliminaComplimenti per il post e per l'imbeccata, non conoscevo questo scrittore e penso approfondirò anch'io l'argomento.
Questo libro mi è stato appena regalato da una persona carissima, e non è un caso.
RispondiEliminaUn solo spazio compenetra ogni essere:
RispondiEliminaspazio interiore del mondo. Uccelli taciti
ci attraversano. Oh, io che voglio crescere,
guardo fuori e in me ecco cresce l’albero.
R.M. RILKE, Quasi ogni cosa…, in Poesie, vol. II
Caro Alberto,
RispondiEliminabellissimo questo post e l'attenzione che poni sui giardini ed i tempi delle piante... ogni volta mi stupisci... ma mi piace scoprire questo lato di te.
Ti auguro uno splendido 2010, caro amico. Che ti porti tutto quello che desideri.