Milano, ieri sera davanti al Ligera in via Padova
E così la preannunciata visita di Letizia Moratti in via Padova, a quaranta giorni dalla rivolta, che doveva avvenire ieri non c'è stata. La signora ha trovato scuse magre a cui nessuno ha creduto, in realtà aveva una fifa boia di essere contestata dopo le ordinanze emesse per "riportare ordine" nella via e nei paraggi.
In una disposizione si sono stabiliti orari tassativi di chiusura per negozi e locali. Il coprifuoco è scattato ieri e andrà avanti fino al 30 luglio: bar e kebab chiusi alle 24, phone center alle 22 e centri massaggi alle 20 (due sanzioni, ieri, da 450 euro).
Franco Beccari, presidente della sezione locale di Legambiente: «L’ordinanza getta fumo negli occhi e mette il timbro del ghetto su via Padova. Ma via Padova non è un ghetto». Martedì, assemblea degli Amici del Trotter: «Militarizzazione eccessiva». Carlo Bonaconsa rappresenta il Comitato Vivere Zona 2: «Il coprifuoco va nel senso opposto a quello che avevamo indicato al sindaco, mette a rischio anche la sopravvivenza di ciò che di buono c’è in via Padova, come il Ligera».
Il presidio ieri sera proprio al Ligera ha riunito decine di residenti: «Il Comune deve credere nelle periferie, non punirle. Così alimenta la tensione sociale». A mezzanotte, per calmarla questa tensione, s’è brindato ironicamente col cocktail che vedete sotto dedicato al sindaco e al suo vice.
Alla prossima puntata, perché la storia non è finita, statene certi.
Via Padova 154, centro massaggi WanMei. Trovato aperto ieri sera dai vigili alle 20,25, venticinque minuti dopo l'orario di chiusura, è stato multato di 450 euro, anche se nel locale erano presenti solo i gestori. Così il comune di Milano intende risolvere le tensioni in certi quartieri multirazziali.
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La Moratti si dimostra nè più nè meno di tanti altri.
RispondiEliminaCredo che quando si arriva a occultare dietro il nobile intento del ripristino dell'ordine pubblico, norme e atteggiamenti discriminatori come questi, la politica ha perso.
E ultimamente è l'unica che prende più scoppole della Juventus...
direi che sono quasi finit gli aggettivi per descrivere una come letizia moratti!
RispondiEliminasaluti
Non ho sentito in giro però nessuna soluzione valida per gestire questi quartieri che diventano veramente invivibili per la gente normale...
RispondiEliminachiudere tutto, per rendere ancora più insicura la città, proprio per sfruttare l'insicurezza. nessuno in giro col buio, e quei pochi che vi sono costretti vanno via impauriti. generare paura, confermare quella che già c'è, ecco le risposte della moratti e della destra in genere. roma non è da meno...
RispondiEliminaChe meschina.
RispondiEliminaNon saranno mai le restrizioni, il coprifuoco, i soldati fuori dalle stazioni, i carabinieri o le telecamere a ogni angolo a rendere sicura una città. Una città è sicura solo se viva, abitata, illuminata, festosa, ricca di occasioni di incontro e di spazi di associazione dove la gente possa conoscersi e stringere robuste relazioni sociali.
RispondiEliminaLa politica della paura, del controllo e della discriminazione di questa destra è destinata a fallire presto o tardi. I tanti De Corato sparsi in giro per l'Italia sarebbe bene che si decidessero a usare il cervello e a capirlo per tempo, prima che davvero la situazione scoppi loro sotto il culo.
@Giulio GMDB: "la gente normale"? Ma che vuol dire?
Pensare che una volta noi provinciali avevamo il mito di Milano...anni e anni di CL l'hanno fatta diventare meschinella
RispondiEliminaquesta vicenda si associa a quella dei bambini a pane e acqua in Veneto...
RispondiEliminaGrazie Alberto perchè ci tieni informati.
il coprifuoco è l'ultima cosa che si dovrebbe fare quando si parla di integrazione, sempre che questa la si voglia portare a termine. Ma ho i miei dubbi. Per quanto riguarda la Moratti se avessi avuto la sua bravura nell'inventare scuse gli anni scolastici sarebbero passati senza tutte quelle note..ecco
RispondiEliminapost bello e sacrosanto, grazie alberto. Dopo mezzanotte perchè non andare tutti a fare serata sotto casa di moratti e de corato?
RispondiElimina@Ross: certo le tue sono belle utopie ma in realtà esistono quartieri dove col cavolo che riesci a fare le cose di cui parli.
RispondiEliminaPer "gente normale" intendo gente che non si droghi, che non si prostituisca e che non sfrutti la prostituzione, che non viva di furti ecc...
C'è un solo modo per rendere vivibile una zona difficile, invaderla, ma nel senso di viverla.
RispondiEliminaLa sera inceve che andare in galleria, andare in massa in via Padova, nei locali e costringerli a restare aperti.
Un quartiere che sbarra le porte alle 20.00, cede il territorio a chi dopo le 20.00 esce per "affari".
Non è utopia, abbiamo portato una zona definita "forte apache" a diventare parte integrante del quartiere, per carità, ci sono voluti quasi 10 anni, ma alla fine sono stati i loro adolescenti a darci man forte.
La Moratti dovrebbe cominciare a pensare con la testa e non con quella parte che serve a fare figli.
Scusa Alberto, ma queste cose mi mandano in bestia.
Buona notte
DOPO LA MILANO DA BERE
RispondiEliminaINAUGURATA LA MILANO DA BARE
e non deve finire la storia....e' una vergogna che va denunciata in tutti i modi !
RispondiEliminaattendo notizie. sono una giornalista e se puo' servire scrivero' un articolo s per il giornale per cui lavoro
clelia
@Giulio: non è un sogno irrealizzabile, è il desiderio di un tipo di convivenza diverso da quello attuale, reso sopportabile a colpi di divieti e di repressione. E' l'idea di una comunità che sia tale sulla base di valori positivi, e che non si senta unita solo per autodifesa verso un fantomatico "altro" nemico.
RispondiEliminaC'è bisogno di molto tempo, di fiducia reciproca e di mediazioni per ottenere dei risultati, ma l'impegno paga. Scuole, progetti sportivi e musicali, associazioni di volontariato, centri sociali, parrocchie: le possibili formule di contatto e di scambio sono numerose. Strade alternative sono già state tracciate, basterebbe la volontà di imboccarle e di investire risorse ed energie in queste direzioni.
Certo, è più facile e conveniente sul breve periodo spacciare come soluzione la politica del manganello e dell'ordine imposto dall'alto, che livella indiscriminatamente i problemi senza mai andare oltre la superficie, senza mai interessarsi davvero alle cause che generano le difficoltà e soprattutto alle persone che vi sono coinvolte. Ma guardati attorno: questo comportamento autoritario quale effetto ha ottenuto, se non quello di fomentare la diffidenza e le tensioni e acuire ulteriormente le divisioni?
Se anche tutto quello che a me piacerebbe vedere realizzarsi per Milano fosse un'utopia, se inseguirla aiuta a migliorare anche solo un poco le condizioni di degrado, a recuperare le situazioni di emarginazione e a infondere nuova vita e movimento alle nostre città sempre più chiuse e impaurite, perchè mai dovremmo rinunciarvi?