Oggi niente poesia ma un argomento che le attiene.
C'è un malvezzo che si sta diffondendo fra siti e blog. Quello di pubblicare versi centrandoli nella pagina, a epigrafe si direbbe nel linguaggio grafico.
Ora se uno pubblica versi suoi o di amici consenzienti niente male. E' roba loro e possono fare quello che vogliono.
Il discorso cambia quando si pubblicano componimenti di poeti ormai nella storia della letteratura che il più delle volte, almeno dopo l'invenzione della stampa, avevano sovrinteso all'impaginazione. E immancabilmente il verso era a bandiera allineata a sinistra.
Non voglio addentrarmi nei rientri della riga, come qui mi si era fatto osservare, anche perché se uno non conosce l'html e lo spazio multiplo determinato da ecommercialenbsppuntoevirgola non saprebbe come fare. E a questo proposito la piattaforma blogger ha un bug nell'editor, ma non è questa la sede dell'argomento.
La questione dei versi centrati o a bandiera non è solo una facciata estetica ma rientra nella lettura perché quando io vado a capo con gli occhi, anche se sono solo millesimi di secondo, un conto è che mi ritrovi il verso successivo bello allineato, un conto e che me lo vada a cercare a seconda della sua lunghezza. Riflettete.
A pensare male si fa peccato, eccetera eccetera, e allora appunto mi sorge il dubbio che (quasi) tutti quelli che pubblicano le poesie dei famosi o non hanno mai visto le pagine stampate o se le sono dimenticate. E sia solo un comodo e virale copia incolla.
Mi piacerebbe sentirli. Sentirvi.
Premessa doverosa: io non amo la poesia. Preferisco di gran lunga la prosa, più scorrevole ed immediata, che scioglie subito le briglie al mio immaginare.
RispondiEliminaDetto questo, le (poche) poesie di grandi che ho letto le ho lette sempre e soltanto stampate su carta. E, chiamami romantica o arretrata, intendo continuare a fare così! :-)
Grazie Alberto, lectio magistralis.
RispondiEliminaNon ci avevo pensato, ma hai proprio ragione,l'allineamento dei versi a bandiera facilita la lettura.
A meno che non si tratti di rientri voluti dall'autore, la poesia deve essere trascritta nella forma in cui si presenta nel testo stampato.
Però,nel caso per esempio di un calligramma di Apollinaire,non saprei come trascriverlo con la tastiera.
Ciao Alberto, buona domenica.
Hai perfettamente ragione: quando si riportano componimenti altrui si deve stare, per quanto è possibile (cioè: per quanto lo permette l'editor) al testo onde è stata estrapolata la composizione poetica.
RispondiEliminaBello questo invito, e giusto.
RispondiEliminaEd intravedo la possibilità di una maggiore "centratura" in quello che postiamo...
:-)
Grazie!
cavoli.. come sei severo..
RispondiEliminain teoria concordo con tutto quel che dici eh (sul testo a bandiera poi sono totalmente d'accordo anche per un fatto grafico)..
però: a parte che non concordo con quello che dice Viviana: la poesia ha senso non solo sulla carta, perché penetra i pensieri e circola in mille modi nell'immaginario, e a me pare un gran bene che invada anche il web -
poi, le volgarizzazioni naturalmente portano anche contaminazioni non ortodosse e a volte anche gravi.. ma in un certo senso meglio che niente-
Su blogger, come tu hai notato, è un vero tormento, ho quindi adottato la posizione centrale (semplice, "evocativa", e relativamente prossima alla realtà espressiva cercata) a marcare la differenza tra un testo e un (mio, quasi sempre) "accapo"... naturalmente cosa diversa è il riportare un calligramma :-)
RispondiEliminaCaro Alberto,
RispondiEliminahai ragione e sei, come al solito, sorprendentemente illuminante...
Se proprio devo dirla tutta di come la penso... certe poesie... non dovrebbero neanche essere scritte sul computer... vuoi mettere il corsivo vergato a mano di Leopardi?
d'accordissimo.
RispondiEliminaanche perché i versi hanno pure un impatto visivo.
la poesia è nello spazio, e non nel tempo.
La precisione in questo post è vincolante, spero di non incasinarmi con i codici html, ma hai perfettamente ragione.
RispondiEliminacaro Alberto l'ultima che ho scritto faceva schifo però era mia e l'ho pubblicata le altre tutte scritte in vernacolo premetto sempre mie me le pubblico e me le fregano cosa ....molta gente non conosce la vera poesia e fa copia ed incolla e quanti ne ho beccati purtroppo e' inutile essere severi mica poi fa la denuncia no?! te manno un baciotto marianna
RispondiEliminaapprezzo l'invito.
RispondiEliminaCome hanno detto alcuni commentatori io che preferisco la prosa alla poesia, però quando ne leggo ho bisogno di avere in mano la carta.
vale anche per la prosa.
ciao e buona domenca sera
Beh io posto solo roba mia. Una volta misi un link ad una poetessa inglese ma un link. Concordo però con te sul concetto che hai espresso, perché anche le mie poesie ci tengo siano postate se prese dal web nel modo in cui sono state postate da me.
RispondiEliminahai ragione! a parte che visivamente il centrato personalmente non mi è mai piaciuto, ma è come dici.
RispondiEliminaovvio che oggi che son cieca, avendo una lettura da sintesi vocale, cambia poco, però legge meglio se la frase ha punteggiatura e formattazione giusta, in quanto la sintesi vocale è creata e impostata per un italiano perfetto (così raro alberto!).
@viviana: pensaci un po' prima di affermare certe cose però, se tutti la pensassero come te, io non potrei più leggere e non ci sarebbe più un albero, non credi?
Se vogliamo essere "storici", la poesia nacque come espressione orale, tramandata a memoria (Omero insegna, ma anche, ancora oggi, i cantadores sardi...). La scrittura venne dopo, e dopo ancora la stampa, che in certi casi - si pensi al tipografo Tallone, di Alpignano (TO), amico di Neruda e stampatore di raffinate edizioni di classici italiani - diviene un'arte essa stessa...
RispondiEliminatutto è arte, così come lo è anche costruire un sito web che, siccome la popolazione dai tempi di omero è leggermente cresciuta di numero, permette a questo pianeta di respirare ancora, visto che la carta è salva, di conseguenza gli alberi usati per la stessa.
RispondiEliminala scrittura già c'era prima di omero, idem per la narrazione orale, sostituita oggi da una sintesi vocale visto che pure al cinema noi ciechi, nonostante si viva il secondo decennio del terzo millennio, in italia ancora non abbiamo audiodescrizioni.
alberto precisava la formattazione e sottolineava il fatto che spesso la cultura è solo copiata e incollata, dentro non entra nulla..
o sbaglio? la scrittura, compresa quella di una poesia ha una sua musica, leggere con sintesi vocale consente una cosa: capire se è stata scritta bene per i motivi che dicevo prima (è realizzata in base alla lingua scritta e parlata perfettamente)
Non ci avevo ai pensato!
RispondiEliminaSara
Pienamente
RispondiEliminadaccordo.
:-)
Emmevu
P.S.:
non riesco
mai
a entrare
qui
col mio
account Google!
@Emmevu
RispondiEliminaScusa che browser adoperi?
Effettivamente...
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