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lunedì 1 ottobre 2007

Pubblicità sull'anoressia

Pubblicità contro l'anoressia
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L'Oliviero ha colpito ancora. Parlo, lo avrete capito, di Oliviero Toscani che con questa campagna pubblicitaria sull'anoressia sta suscitando le solite reazioni contrastanti e anche maretta nella Giunta di Milano. L'altro giorno il sindaco Letizia Moratti se n'è uscita: «Farò togliere questi manifesti dai muri di Milano». Poi si è venuto a sapere che i grandi tabelloni erano tutti attaccati in spazi privati e quindi il Comune non poteva fare un bel niente. Bella figura. Vi risparmio i commenti dei rappresentanti della Lega e di An. Daltronde cosa si può pretendere da una città dove ormai la massima espressione di cultura è fatta di vestiti che sfilano?

Torno alle foto e a questa campagna. Oliviero Toscani ammanta sempre le sue provocazioni di contenuti sociali, che poi raggiunga lo scopo che sbandiera è tutta un'altra cosa. Del resto per che cosa lo pagano, e anche bene, molto bene, i suoi committenti che non sono mecenati? Per vendere, né più ne meno come tutte le campagne pubblicitarie.

Rammento un fatto. Toscani ha lavorato a lungo per la Benetton che aveva sempre permesso alla sua creatività di esprimersi. Lui provocava, la Benetton vendeva a gonfie vele. A braccetto e soldi a palate. Poi, provocazione dopo provocazione, si arrivò alla campagna "contro" la pena di morte. Era una serie di foto scattate nel braccio della morte in vari carceri degli Stati Uniti.

Importanti catene di negozi americani che vendevano una bella fetta di confezioni Benetton di colpo boicottarono i prodotti dell'azienda. Toscani fu licenziato in tronco, senza spiegazioni, dopo un sodalizio che sembrava inossidabile. In barba alla pubblicità sociale.

Commento di Viola, ex-anoressica
Quando ho visto questa pubblicità mi è vento da vomitare, per tante ragazze sarà lo stimolo a dimagrire sempre più. Io non mangiavo perché tentavo di farmi notare, il fisico era lo strumento per gridare che volevo morire. Una campagna simile è una pazzia, il look non c'entra: per uscire dal gorgo bisogna lavorare sull'anima.


Pubblicità contro l'anoressia
Ingrandisci la foto      foto da Nolita

Mentre guardavo le foto di questa ragazza che è francese e si chiama Isabelle Caro, mi sono venute in mente altre immagini di corpi denutriti e gli ampi servizi giornalistici che su quelle foto venivano pubblicati quarant'anni fa, o giù di li. Era la fame del Biafra, in Africa. Provate a chiedere a un trentenne cos'è il Biafra e poi ditemi. E ditemi quale rapporto trovate, se lo trovate, tra la foto qui sotto e quelle sopra.

Fame in Biafra
Biafra 1969 - foto Peter Williams ©

Il rovescio della medaglia


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6 commenti:

  1. Che ti devo dire Alberto? Io ho avuto a che fare indirettamente con l'anoressia: credimi, è una brutta bestia! Bisognerebbe chiederlo alle persone che in qualche modo ne sono uscite cosa ne pensano.... Già comunque è un fatto, credo positivo, che si parli del problema: poi senz'altro, due foto serviranno a poco se per chi ha questo grave problema non c'è qualcosa d'altro, a supporto.
    Decisamente altra cosa il Biafra: con la mia età mi ricordo abbastanza bene il problema. Solo che per gli abitanti del Biafra da mangiare non ce n'era, neanche volendo, mentre la modella il mangiare volendo ce l'ha. Sarebbe semplicistico dire: mandiamo gli anoressici in Biafra (oggi si potrebbe parlare anche di Darfur)...
    Purtroppo il problema dell'anoressia non è assolutamente di facile soluzione, come d'altra parte non lo è il problema della fame nel mondo.

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  2. Caro Alberto Cane, Le proporrei di accostare alle due foto già pubblicate quelle di un artista che si chiama David Nebreda, e di sentire che cosa ne pensano i lettori del blog. Così si vedrebbe l'impatto della magrezza nelle foto di cronaca, in quelle pubblicitarie e in quelle dell'arte contemporanea.
    by Piera71

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  3. queste due immagini sono un pugno nello stomaco di sicuro ( come quella del malato terminale di aids, sempre di oliviero toscani)finalizzate a smuovere le coscienze? a prendere coscienza del problema?..secondo me la prima fa capire come ci si può ridurre , ma è poco rispettosa non solo di chi guarda ma anche della persona ritratta, che in fondo è una persona malata ( di sicuro a livello psicologico, oltre che fisico).La seconda documenta una situazione triste, umanamente inaccettabile...quei bambini vorrebbero avere qualcosa da mangiare e sono vittime impotenti.Forse ci sono altri mezzi per fare capire il problema anoressia che ha cause biologiche, sociali e psicologiche:scriverne, discuterne , parlarne ma soprattutto fare una buona educazione alla salute nelle scuole perchè l’anoressia è una patologia che colpisce in età preadolescenziale e adolescenziale

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  4. Vedo che in fondo al post hai messo un link a un post precedente, forse per alleggerire un po' l'argomento che è davvero drammatico. Per me l'altro verso della medaglia è che l'anoressia forse è la cattiva coscienza di questo nostro mondo ricco di beni che è uno schiaffo continuo a quello che succede in Africa. Molto peggio adesso che ai tempi del Biafra. Allora c'erano queste foto, adesso se arrivassero immagini vere dal Darfur sarebbero un vero shock.

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  5. la "pubblicità sociale" non esiste. Cosi come sono inconciliabili (checché se ne dica) interesse pubblico e privato.

    Toscani è solo un furbone. Ciascuno faccia la pubblicità che meglio crede, ma almeno non ci venga a raccontare balle sulle motivazioni ideali

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  6. senza parole!!!!!!!!!!

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