Ora il casino che ha generato l'altro giorno da Fabio Fazio proprio non lo capisco o lo capisco fin troppo bene. Non ha fatto altro che ripetere un fatto indiscusso e già di dominio pubblico, cioè che Renato Schifani era socio nella Sicula Brokers insieme a Enrico La Loggia, Nino Mandalà (poi condannato per mafia) e Benny D'Agostino (poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa).
Ma un conto è scrivere la notizia in un libro come avevano fatto ne "I complici " Lirio Abbate e Peter Gomez, un conto è diffonderla sul primo canale della TV di Stato nell'ora di massimo ascolto. Ecco è questo il punto. Fino a che rimane circoscritta a pochi, passi, ma non deve passare che la sappia tutto il popolo italiano. La verità sui libri è permessa, la stessa verità megafonata dalla tivù no. E se Reporter sans Frontière ha messo l'Italia al 40° posto per quanto riguarda la libertà di stampa un motivo o molti ci devono pur essere.
In questo frangente, tolto Di Pietro, si sono stracciati tutti le vesti, e ho sentito a più riprese la parola calunnia. Calunnia di che, calunnia di cosa? E nessuno che abbia smentito. Intanto la destra ha trovato facile appiglio per dare l'assalto alla Rai. Sempre più sudditi.
La foto di Marco Travaglio l'avevo scattata in questa occasione, proprio in tema con quello di cui abbiamo parlato.
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Quoto tutto, tutto quello che hai scritto, vogliono farci perdere qualsiasi coscienza critica è abominevole.
RispondiEliminaSono passato in questo blog per caso, mi piace, sei molo impegnato nella politica e nel sociale.
RispondiEliminaCmq, Lo scandalo scaturito dalle dichiarazioni di Travaglio da Fazio è un'altra dimostrazione di come la libertà di parola in Italia sia molto limitata.
Dei legami tra politica e mafia si è sempre saputo, dopotutto se la mafia non fosse appoggiata dallo "stato" non riuscirebbe a fare ciò che invece ha la possibilità di fare, ma attenzione a parlarne davanti a milioni di persone o scatta lo scandalo.
La mafia vivrà sempre e continuerà ad esistere finchè determinati politici la appoggeranno.
A questo punto dovrebbe essere la popolazione oppressa a doversi libellare e rivoltare contro di essa, ma la paura è alta, e cmq è facile parlare non vivendo di persona certe situazioni.
Un saluto e complimenti per il blog!
-Pelecchia J.-
Quoto tutto anch'io.
RispondiEliminaHo riportato sul mio blog anche il passo del libro "I complici"in cui si parla di Schifani.
Mi spiace ,caro Alberto,ti ho tradito. I miei commenti li ho fatti sui siti di giornali nazionali molto più seri del tuo blog.
RispondiEliminaSicuro, complimenti a voi bloggers che scrivete di queste cose!
RispondiEliminaEccome se quoto,
ho letto e sottoscritto anche stamane da Massim e in altri blog...!
giusto, tolto Di Pietro... e Travaglio da Fazio si è pronunciato anche su questo aspetto, parlando dei giornalisti: «È chiaro che se il clima politico induce... a un rapporto diciamo di distensione tra l'opposizione e la nuova maggioranza..."
g.
chissà perchè le cialtronate del senatùr contro il Capo dello Stato, e non solo, sono passate quasi inosservate e, come al solito, impunite... sento un odore acre di casta (politica) che si scaglia solo contro chi è scomodo .
RispondiEliminail re è nudo
RispondiEliminae se ne duole
Che schifo...ormai ci sono più indagati, sospettati, pregiudicati, in Parlamento che a Regina Coeli...e guai a farlo sapere in giro!
RispondiEliminaStanno facendo di tutto per farci il lavaggio del cervello e, ahimè, ho paura che con molti ci stiano riuscendo...
Un caro saluto
Quando sono stato a Roma alla presentazione di Mani Sporche ho potuto vedere che molti giovani si stanno avvicinando alla verità della notizia, molti cercano di andare in profondità, spero che le prossime generazioni, quello che stiamo vivendo noi, possano giudicarl un disagio politico dovuto all'ignoranza e che la loro realtà sia motlo più pulita e concreta.
RispondiEliminaCari"compagni"non ho mai nè visto nè sentito travaglio sibilare nulla ai tempi del Mitrokin,a proposito che fine ha fatto?,nè propugnare la pubblicazione delle liste della banca luxemburghese:Visco invece ha pubblicato le liste dei contribuenti onesti:silenzio anche in quella occasione!
RispondiEliminaNon ho visto la puntata di sabato sera, però ne ho letto il contenuto. Non conosco pirtroppo molto neppure Travaglio con ciò credo che quello che lui ha affermato sia vero. Mi farebbe più piacere se la cosidetta "bravura" del giornalista in questione si ampliasse anche verso altre direzioni. Mi spiego meglio. Che il Presidente del Senato abbia avuto "amicizie" e "società" con esponenti maffiosi conosciuti ed arrestati è fuor di dubbio, come per altro lo stesso Travaglio avrebbe da disquisire su Berlusconi, reo sicuramente di diverse tangenti o quant'altro, oppure di altri esponenti di centro-destra; ma quando il Signor Travaglio diverrà finalmente giornalista-libero-cronista a tutto tondo, magari raccontando anche aneddoti su esponenti di centro-sinistra. Agli italiani farebbe piacere ad esempio che il paladino tutto belloccio che si spaccia per un puritano, cattolico, sia a seconde nozze, la seconda moglie sia la figlia di un noto palazzinaro romano che per costruire un palazzo in più se ne frega altamente a chi o dove debba andare ad ungere o proferir saluto, parlo di Pierferdinando Casini. Magari gli italiani amerebbero sapere cosa sia veramente successo durante il sequestro Moro, dove e cosa faceva prodi, oltre che invocare spiriti, magari la fiction appena passata in tv avrebbe avuto più presa, perchè in fine anche il caso Moro è un caso da dimenticare....... Forle agli italiani piacerebbe conoscere un pochino di più il caso Telecom Serbia che vede tra gli altri interessato Piero Fassino, magari agli italiani piacerebbe anche sapere cosa ha veramente fatto Rutelli come sindaco di Roma, oltre ad aver assegnato l'appalto per i posteggi blu alla moglie..... Insomma fare il paladino della verità è positivo, purchè la verità venga raccontata prescindendone l'orientamento politico che essa rappresenta.Un giornalista è in primis un cronista di fatti, situazioni, verità, accadimenti, dei quali deve garantire la neutralità, altrimenti Travaglio passa solo per un oratore anch'egli politico.
RispondiEliminaMassimiliano Bosi
verissimo tutto, considerando che un libro di abbate e gomez punta comunque ad un target mirato e solitamente di nicchia, non è certo definibile come best sellers da costituire una diffusa minaccia. Insomma, governo belusconi e si torna alle solite
RispondiElimina"Cari"compagni"non ho mai nè visto nè sentito travaglio sibilare nulla ai tempi del Mitrokin,a proposito che fine ha fatto?"
RispondiEliminaChe vuoi che fine abbia fatto, era tutta una bufala, una grande bufala e quelli de "Il Giornale" lo sapevano benissimo. Mentre quella di Travaglio non è per niente un a bufala. Compagni o non compagni.
Ti pareva che non ci fosse stata un'occasione in cui avevi visto il personaggio in questione?? :-)))
RispondiEliminaSu travaglio penso immaginerai cosa penso.. nel mio blog ho postato tutti gli interventi ad annozero. Non aggiungo nulla a quanto detto ma se volete davvero farvi un'idea di chi ora grida al contraddittorio (che poi non ha senso una notizia e' una notizia non una campagna elettorale) (da Travaglio )
-scusa l'invasione-
"Di Pietro, Colombo, Davigo e gli altri sono degli assassini che hanno
fatto morire della gente. È giusto che se ne vadano, nessuno li
rimpiangerà. Vadano in chiesa a pregare per tutta quella gente che hanno
fatto morire: Moroni, Gardini, Cicogna (il generale della Guardia di
finanza Sergio Cicogna, morto suicida il 13 luglio: assolto in due
processi per truffa e diffamazione davanti al Tribunale militare di
Padova, non era mai stato neppure inquisito dal pool di Milano, ndr).
Hanno tutte queste croci sulla coscienza. Ringrazino Iddio che, con il
decreto Biondi, eviteranno essi stessi l'arresto per tutti gli
assassinii che hanno commesso" (Vittorio Sgarbi, "Sgarbi quotidiani",
Canale5, 14 luglio 1994).
"I giudici di Mani pulite vanno arrestati, sono un'associazione a
delinquere con licenza di uccidere che mira al sovvertimento dell'ordine
democratico" (Vittorio Sgarbi, "Sgarbi quotidiani", Canale5, 16 luglio
1994).
"Gian Carlo Caselli è una vergogna della magistratura italiana, siamo
ormai in pieno fascismo: si comporta come un colonnello greco, in modo
dittatoriale, arbitrario, intollerante. I suoi atti giudiziari hanno
portato alla morte" (Vittorio Sgarbi, 8 dicembre 1994).
"Un'altra terribile lettera... di cui non posso dare le generalità... mi
era scritta... la morte del maresciallo dei Carabinieri Antonino
Lombardo... morto ammazzato, mandanti le istituzioni dello Stato e
killer Orlando Leoluca e Santoro Michele... mi costringe a parlare di un
altro morto ammazzato... don Pino Puglisi... e dei motivi del suo
assassinio. Ho taciuto per troppo tempo... ma ora la paura, l'angoscia e
soprattutto la rabbia mi costringono a parlare... ero amico... di don
Puglisi... un amico al quale egli confidava timori, paure, sensazioni e
stati d'animo, giudizi, preoccupazioni... Don Pino fu più e più volte,
anzi assiduamente contattato dal dottor Caselli e dai suoi uomini per il
suo ruolo di sacerdote di confine e di frontiera... si pretendevano da
lui accuse, nomi, circostanze, fatti. Un giorno, dopo un ennesimo
contatto, era molto preoccupato e mi disse: qualcuno ha la pretesa
assurda che io faccia il pentito... per così dire... e denunci la mia
gente, i miei ragazzi e non solo per quello che posso sapere, ma
soprattutto per quello che mi è dato di intuire o riconoscere...
attraverso il sacramento della confessione. È stato ucciso don
Puglisi... è stato ucciso e aveva... come... ogni prete deve essere,
come ogni avvocato deve avere... intorno a sé... fedeli, cattolici...
qualunque fosse la loro esistenza... quindi, possibilmente anche figli
di mafiosi... così come un avvocato... può e deve, perché la legge lo
impone, difendere un camorrista o un presunto tale, perché poi si può
scoprire che lo sia... quello è la funzione dell'avvocato... limitare
l'accusa o dimostrare che è infondata... così come un sacerdote... può
avvicinare tutti gli esseri umani per il principio cattolico (...). Ed
aggiunge: Caselli disprezza i siciliani, non sopporta la nostra
intelligenza, la nostra inventiva, la nostra capacità di sopravvivere
contro tutto e contro tutti... Caselli mi vuole obbligare a rinnegare i
miei voti e la mia veste; vuole che io mi prostituisca a lui e crede di
essere l'istituzione con la I maiuscola... Caselli, più che essere
nemico della mafia, è nemico della Sicilia e di Palermo. Parlando di
Orlando, che profondamente disistimava, don Puglisi disse che era il
sindaco peggiore di Palermo, perché era un mafioso tracotante con
l'abito di gesuita. Qualche mese prima di essere ucciso, don Pino mi
disse angosciato: Caselli, contattatomi e facendomi contattare
continuamente dai suoi uomini, ha fatto di me consapevolmente un sicuro
bersaglio... ho capito che una vittima di rango come un sacerdote
impegnato nel sociale ora mi calza a pennello... ce l'ha a morte con
Monsignor Cassisa... l'Arcivescovo di Monreale... accusato da alcuni di
essere vicino alla mafia. E siccome nessun prete è disponibile a dirgli
quello che vuole sentirsi dire... avrà raggiunto il suo obiettivo se uno
di noi verrà ucciso ed io sono uno dei più esposti... e lui lo sa: e
ammesso che una protezione possa valere, non ha fatto niente per
proteggermi... E così è stato: Caselli per aumentare il suo potere ha
avuto la sua vittima illustre... Dopo la sua morte... i suoi amici (di
don Pino, ovviamente)... siamo stati interrogati, braccati,
perseguitati... ma non per sapere chi ha ucciso don Puglisi... bensì per
sapere quello che noi... sapevamo... e se sapevamo quello che ci
confidava... e Caselli per ora non si interessa più del caso di un prete
morto ammazzato... di Brancaccio e di altri... perché ha raggiunto ben
altri obiettivi... non c'è più niente da aggiungere" (Vittorio Sgarbi
legge una lettera anonima accusando il procuratore di Palermo, Gian
Carlo Caselli, di essere il mandante morale di don Pino Pugliesi, ucciso
dalla mafia nel 1994 senz'aver mai incontrato Caselli in vita sua,
"Sgarbi quotidiani", 7 aprile 1995)
"Il procuratore di Santa Maria Capua Vetere Mariano Maffei (che gli ha
appena fatto arrestare la moglie e diversi esponenti dell'Udeur, ndr) è
una macchietta... un farabutto... uno che andrebbe rinchiuso in un
istituto" (Clemente Mastella, allora ministro della Giustizia, Porta a
Porta, 20 gennaio 2008)
Io me la sono vista tutta la puntata in questione di Fazio (a proposito, su rai tre, non sul primo).
RispondiEliminacerto, Travaglio può anche essere considerato di parte: bisognerebbe solo capire di quale parte lo si accusa di essere.
Perchè, comunque, mi è sembrato molto chiaramente che non le mandasse a dire neanche alla sinistra, che in pratica è stata accusata di "lasciar correre" in omaggio alla distensione...
Però, giustamente, nessuno si è scandalizzato così tanto per le ca...volate di bossi!
Non sarà mica, come si suol dire, che la verità (scomoda) offende ???
Un saluto ad Alberto ed ai lettori del blog.
RispondiEliminaTravaglio ci ha regalato una vera perla di oratoria e di verità. Vorrei vedere sempre questo tipo di TV. Hai fatto bene a raccoglierla sul blog a memoria storica di questo gran pezzo di televisione.
Non altrettanto ’storica’ è stata la puntata di Matrix del 6 maggio, maldestro esempio di disinformazione.
E’ stata scritta una lettera aperta a Mentana, a nome di qualche centinaio di ‘attivisti’ della lista civica nazionale “Per il Bene Comune”, per chiedere pubblicamente risposta circa alcune ’stranezze’ di quella trasmissione.
L’intento è quella di pubblicarla sui maggiori blog, in modo da renderla visibile al maggior numero di persone, il tutto nei modi pacati e di buon senso che contraddistinguono l’intero movimento.
Invito tutti a prenderne visione a questo indirizzo:
Lettera aperta a Mentana
Ed invito Alberto, se naturalmente ne condivide i contenuti, a pubblicarla su questo blog.
Bugie, errori, dimenticanze. E Schifani querela Travaglio
RispondiEliminaRoma - «Calunniate, calunniate: qualcosa, resterà» predicava Beaumarchais. Passano gli anni, ma non la tentazione. Una volta lo si faceva con discrezione, per non farsi scoprire. Usi e costumi di oggi portano invece dritti sui teleschermi come accade a Marco Travaglio. Che l’altra sera, se n’è uscito da Fabio Fazio con sfumate ma assassine accuse sulle conoscenze mafiose del neo-presidente del Senato.
A Palermo, casualmente davanti alla tv con moglie (già funzionaria della procura generale di Palermo) e figlio, dopo la torta di un compleanno andato a male - ne ha compiuti 58 - Renato Schifani, è rimasto basito dalle allusioni. A chi lo chiamava, offriva spiegazioni politiche dell’agguato: è noto il legame tra Travaglio e Di Pietro che sta sgomitando di brutto per evitare il dialogo tra Pdl e Pd, che Schifani non si stanca di apparecchiare ovunque. Ma agli intimi confessava «una grande amarezza». Un po’ perché il suo è tra i nomi più specchiati nella lotta alla mafia - tant’è che gli si riconosce appieno l’aver trasformato il 41bis (il carcere duro per i mammasantissima) in una normativa stabilizzata, mentre prima si rinnovava di biennio in biennio - ma soprattutto per il «non detto» da Travaglio che, si sa, è uomo d’onore. E che ha deciso di querelare.
Già: perché render noto che nella società di brokeraggio di cui fece parte, c’erano anche Nino Mandalà e Benny D’Agostino che anni dopo sono stati riconosciuti come mafiosi, poteva anche starci. Ma a patto che si rendesse noto pure che nella società, messa su grazie ad accordi con autorevoli broker assicurativi del Nord, Schifani era entrato nel ’79 su richiesta dell’avvocato ed onorevole dc, La Loggia, uno che con la mafia non aveva assolutamente nulla a che fare. Aveva anzi cercato di tirarsi indietro dall’invito a partecipare, accampando scuse economiche da giovane di studio qual era. Ma poi fu convinto a farvi ingresso, versando i 3 decimi di quel 3 per cento di cui risultò proprietario: 1 milione e mezzo o poco più. Non solo: appena un anno e mezzo dopo, liquidò la sua quota (dicembre ’80). E all’epoca Mandalà era rispettato e noto concessionario delle benzine Fina, mentre D’Agostino faceva parte di una famiglia ben conosciuta che costruiva porti e banchine in tutta la Sicilia. Entrambi incensurati e senza macchia alcuna.
«Potevo sapere io, che 18 anni dopo, i due sarebbero risultati collusi? Avevo forse una sfera di cristallo?» s’è lamentato ieri Schifani con chi - come la Finocchiaro o il suo predecessore Marini - ha voluto fargli pervenire un chiaro segnale di solidarietà.
Ma questo Travaglio non l’ha raccontato. E si sa che lui è uomo d’onore. Come non ha specificato, il grimaldello dipietrista (come sempre di più si sostiene a Montecitorio e a Palazzo Madama) che lasciato lo studio La Loggia, Schifani era divenuto un brillante urbanista. Tanto da essere nominato dagli avvocati palermitani (e non dai politici) come loro rappresentante nella speciale commissione urbanistica del capoluogo siciliano. Cominciarono a chiamarlo un po’ ovunque, Schifani, per collaborare alla stesura dei piani regolatori di comuni piccoli e grandi, di centrodestra e centrosinistra. Il sindaco di Lercara Friddi, Biagio Favaro, esponente della Rete di Orlando, se ne servì spesso. Ma Travaglio questo non l’ha ricordato, lui è uomo d’onore. Si è soffermato invece, l’ospite di Fazio, su presunte rivelazioni del pentito Francesco Campanella (già Udeur) secondo il quale Schifani avrebbe avuto una consulenza urbanistica dal comune di Villabate il cui consiglio sarebbe stato sciolto d’autorità più tardi. Corretto, come no! Peccato Travaglio non abbia però fatto notare come non solo esistano relazioni scritte e firmate da Schifani nel corso della sua consulenza di 12 mesi. E che non abbia ricordato come lo stesso Schifani, eletto in Senato nel ’96, lasciò l’incarico. E non è ancora tutto: nel piccolo comune si rivotò nel ’98, ma solo nel ’99 il ministero dell’Interno decise di intervenire e di sciogliere il consiglio comunale in odore di mafia.
Insomma, raccontando un pezzettino di verità, mischiando le date e ignorando (ed è il caso di cominciare a chiedersi se volutamente...) fatti che erano rintracciabili ovunque come è il caso della Sicilia Brokers i cui soci con rispettive quote si possono chiedere alla Camera di Commercio di Palermo, ecco che si crea il nuovo spazio talebano, in cui il mullah Tra-vahglio esplode pallettoni in nome e per conto di Osama Di Pietroh. Schifani non ci sta. Annuncia querele per «l’azione altamente diffamatoria per il presidente del Senato». Si morde la lingua per non poter strillare la sua, visto l’incarico super-partes. E ci soffre non poco. Anche perché tra le sue carte restano assieme alle minacce mafiose («Ti faremo saltare in aria» gli scrissero, condannandolo a un paio d’anni di scorta rigida) dichiarazioni di stima di molti presidenti dell’Antimafia, di parenti di vittime di Cosa Nostra. E persino di Giancarlo Caselli che ricordò come, in presenza del rischio di scarcerazione di pericolosi criminali, si attivò con il mondo politico segnalando la cosa anche al senatore Schifani «che subito si attivò efficacemente». Ma anche questo Travaglio, che è uomo d’onore, non l’ha detto.
Forza Travaglio, mi sono guardato tutta la puntata e la battuta finale sulla muffa e la penicillina è stata fantastica.
RispondiEliminaA Fabio Fazio direi, rilassati, sembrava cacarsi addosso dopo le parole di Travaglio.
@una campana diversa fa bene:
RispondiEliminaabbi pazienza se dissento, ma vedi... con 6 canali televisivi in mano ad una persona sola, e non so quante testate giornalistiche, ben vengano le trasmissioni con Travaglio....
perlomeno si sente UNA CAMPANA REALMENTE DIVERSA...
ps. come già detto: non sarà mica che la verità offende? e Schify si è offeso... Ma ovviamente questa è SOLO una domanda, eh?
Mi aggrego a tutti i sostenitori di chi fa vera informazione. Purtroppo in Italia prende + voti chi è capace a raccontare" balle e barzellette". Manteniamo il popolo ignorante. In Tv solo veline, isole .. fratelli e tanto opportunismo e leccapiedi. Giovani "sani" svegliatevi!!!!! Il futuro ,per molti di voi , non sarà roseo.
RispondiEliminaAnch'io ho fatto il tuo stesso, identico ragionamento.
RispondiEliminaLa questione è chiarissima: invece di condannare chi ha commesso reati, si condanna chi li denuncia.
RispondiEliminaSaluti
io non sono andato a votare non trovavo nessuno che rappresentasse coerentemete l'idea e la possibile sopravvivenza della polis italica credo che comunque che chi a votato per questo governo o deve sistemare alcune cosucce con le varie amministrazioni e ne ho le prove o è senza, offesa un completo idiota .
RispondiEliminaps pure veltroni e i suoi cattocumunisti non sono da meno pero' magari fanno meno schifo ame di piu'.
Quello che dice travaglio è vero pero' temo che per governare gli italiani gi vogliono dei delinquenti.
visto che anche questo blog è sicuramente controllato voglio dire ai signori del Fratellone mafioso vergognatevi Mussolini (stronso) non sprechereppe nemmeno pallottole per voi.