Sana abitudine è tirar fuori la lingua alla tua immagine allo specchio. Da un canto è necessario, quotidianamente, ridere un po' di sé; e inoltre approfittane per dare un'occhiata al suo colore e alla sua consistenza. La lingua è una grande depositaria di segreti, come organo interno che abbiamo all'esterno. Come leggere i segni della tua lingua? Ah, questo alfabeto è oscuro dato che ogni lingua ha il proprio. Conoscere se stessi non è altro che conoscere la propria lingua: guardala, indaga nei suoi monticelli e seni, pensa a cosa farai oggi con lei. Non essere una lingualunga. Prima del pettegolezzo, della menzogna, dell'infedeltà, morditela tre volte: dopo, se vuoi, liberala.
Héctor Abad Faciolince
Trattato di culinaria per donne tristi
Grazie Lara per esserti prestata al gioco.
So ben io cosa farei con la mia lingua, oggi :D
RispondiEliminaOoohh.. Alberto,che bel post ironico e divertente per la serie "cose facete". Ormai ci provano tutti a dare consigli su come essere felici, si vede che il problema è molto sentito!! e dunque tentiamo anche questa della lingua, magari funziona.
RispondiEliminaComunque tra poco vedrò i genitori dei miei alunni per la consegna delle schede di valutazione e, grazie al tuo post,anzichè essere comprensiva e accomodante,PARLERò CON LINGUA BIFORCUTA e NON AVRO' PELI SULLA LINGUA!!
Alberto, perchè non c'è più il bottone del nickname?
Sono filo,questo anonimo e quello sopra. Non so dove scrivere il nickname.
RispondiEliminaOk. Grazie anonimo (?). Ora devo scappare.
RispondiEliminaFilo ero io l'anonimo, stavo facendo delle prove. Allora, anche per gli altri, per mettere il vostro nickname cliccate su Nome/URL, lasciate pure vuoto il campo dell'URL.
RispondiEliminagrazie per avermi fatto conoscere questo libro adoro i librii di rcette come questo appena mi rimetto corro comprarlo
RispondiEliminaok, vado davanti allo specchio!:)
RispondiEliminaOggi la mia lingua era troppo tagliente, forse domani dovrò chiedere scusa a qualcuno. :-(
RispondiEliminaMi sembra una lingua con pochi segni di morsicatura.
RispondiEliminaHéctor Abad Faciolince fu mio compagno di studi a Torino, nella prima metà degli anni '80. Suo padre era un giornalista di Medellín, in Colombia, che è stato ucciso per strada (dai paramilitari) per quello che scriveva. Una persona etica in quel Paese sballato (cui spesso rischiamo troppo di somigliare anche noi nobili discendenti dell'antica Roma). Héctor ha scritto su suo padre un libro bello, commovente e consolante, "L'oblio che saremo", che meriterebbe di essere tradotto in italiano. Se qualcuno ha agganci editoriali, lo suggerisca!
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