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Ed ecco le fatiche fatte sante, ed ecco ... Le fatiche! Lavoro tenace, lavoro rude, lavoro anche di notte. E qui non v'è aratro, qui non v'è ordigno, qui i solchi si fanno a colpi violenti di bidente, uno dopo l'altro, duri, violenti rompendo il terreno compatto e argilloso. Terreno avaro, terreno insufficente su roccia a strapiombo, terreno che franerebbe a valle e che l'uomo tien su con grad'opera di muraglie e terrazze. Terrazze e muraglie fin su dove non cominci il bosco, milioni di metri quadri di muro a secco che chissà da quando, chissà per quanto i nostri padri, pietra per pietra, hanno con le loro mani costruito. Pietra su pietra, con le loro mani, le mani dei nostri padri per secoli e secoli, fin su alla montagna! Non ci han lasciati palazzi i nostri padri, non han pensato alle chiese, non ci han lasciata la gloria delle architetture composte: hanno tenacemente, hanno faticosamente, hanno religiosamente costruito dei muri, dei muri a secco come templi ciclopici, dei muri ferrigni a migliaia, dal mare fin in su alla montagna! Muri e terrazze.
Giovanni Boine
Finale Marina 1887
Porto Maurizio 1917
Questo sabato niente poesia, ma un testo poetico di uno scrittore della mia terra che mi è particolarmente caro. Le foto [ingranditele con un clic sopra] le ho scattate ieri e purtroppo non rendono appieno l'asperità del suolo e i precipizi di queste fasce. Siamo in val Roja, giù si vede il mare e su le montagne delle Marittime innevate. Le immagini si riferiscono a una vigna ricostruita che produce il "Roccese". Metto le mani avanti, sì, il pranzo lo abbiamo fatto, e se mi gira, metto il menu nei commenti.
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Belle, come sempre, le tue foto. Bellissimo, e più che mai adatto, il testo di Boine.
RispondiEliminaMeravigliose cattedrali, ma quanto dureranno ancora? Oggi colmiamo i dislivelli con discariche di inerti, poi ci costruiamo sopra villaggi di casette di cemento tutte bruttamente uguali, producendo altri inerti per nuove discariche.
RispondiEliminaDove ci sono i terrazzamenti oggi si progettano spianate di terra e pietre. Dove ci sono spianate di terra e pietre si progettano case anonime. Il tutto nell'indifferenza o nella tacita approvazione di chi crede di guadagnare qualche briciola da speculazioni immobiliari fatte da altri.
Il legame con chi ha costruito le nostre cattedrali si sta rompendo, ormai sono non siamo più noi gli autori, ma un oscuro popolo lontano nel tempo.
Val Roja, per me, un legame fortissimo.
RispondiEliminaNoi siamo gente di poche parole
assomigliamo a questa terra grama
frustata da scirocco e tramontana
bruciata dal gelo e dal sole
Nella valle la luce si è oscurata
come il suono della nostra parola
che sgorga dal fondo di una gola
dove l'acqua corrente rimane strozzata.
Rocce color del vino, umidi cieli
tetti d'ardesia abbandonati lassù
nascosti dalla nebbia nei suoi veli
Pare che la meridiana non giri più
eppure la vite getta ancora steli, l'ulivo radica fasce sghembe quaggiù.
Alberto, un bellissimo post!
Cosa aspetti a mettere il menu nei commenti?
RispondiEliminaAspra e bellissima terra. I terrazzamenti sono incredibili. Mi auguro che possano durare nel tempo.
Non vorrei rovinarti le foto e la poesia di Boine ma certe opere possono essere seguite come il parco merci di Bevera soltanto con l'intervento di fondi pubblici.E noi paghiamo!!!!!!!
RispondiEliminaIl ponente ligure è un vagone abbandonato. Sul binario morto dell'arroganza e dell'intrallazzo. Quelle terrazze la sfida eterna alla nostra testarda rassegnazione.
RispondiEliminaLe immagini e il testo parlano di fatica per strappare alla terra il necessario, e forse anche meno,ad una vita agra segnata dal biblico sudore della fronte.Testimonianze che incalzano il nostro presente di dissipazione
RispondiEliminalavoro e laboriosità, tenacia, essenzialità...connubio tra uomo e terra
RispondiEliminatorquemada
RispondiEliminaGrazie degli apprezzamenti.
gimmi
Come dice il mio amico René un giorno o l'altro franerà tutto.
filo
Magari lo neghi ma sei una poetessa.
annarita
Il menu
Fave e salame della Valcamonica.
Frittelle di gianchetti.
Torta verde.
Assaggini di formaggio delle mucche di Giuara che pascolano d'estate in Gouta.
Ravioli burro e salvia e col sugo di coniglio.
Coniglio e cinghiale.
Frittelle di mele di specie quasi estinte e torta al cioccolato.
Annessi e connessi tipo caffè e pussacaffè.
anonimo
Non rovini niente. Sono un inguaribile sempliciotto.
silla
Fai un pezzo più lungo su queste rovine. Epperò fatti trovare qualche volta al telefono fisso.
analfabeta
L'hai proprio detto. Dissipazione. Una parola da tenere a mente.
menu sobrio,in tono con il post:due cicoriette,un tozzo di pane secco,acqua di fonte..e poi a noi toccano i lamenti di espiazione.
RispondiEliminaAnalfabeta, sono un druido, ma mica un druido asceta, che non sono mai esistiti.
RispondiEliminaskip anche tu hai questi cordami che tirano?
RispondiElimina@alberto :solo cordami?sartie, gomene,catena dell'ancora e zavorre....io metaforicamente veleggio!
RispondiElimina@filo sei una vera poetessa... parola di skip, che ti conosce!
..... Mi sà che ai nostri figli di questi monumenti non ne lasceremo!!!
RispondiElimina....La campagna è fatica, chi ci va più?
Aumentano i rovetti ....
I coetanei di mio figlio, 9 anni, non sanno nemmeno dove sono le campagne di famiglia .... i più grandi, preferiscono il campo da calcetto o il bar.......
Non meravigliamoci se guardandoci intorno resistono solo pochi "puri contadini" che fanno questo lavoro per scelta e con grande amore per la propria terra e chi grazie alla pensione, avuta, forse anzitempo, può continuare a "mantenersi" l'appezzamento di famiglia....ma ricordatevi i rovetti sono insaziabili ......
....Alberto mi sono dimenticata la foto.... eccola
RispondiEliminaAlberto,sei troppo gentile.(Però mangiare i gianchetti!!!)
RispondiEliminaNego fermamente! Sono solo esercizi, tentativi di esplorazione di un linguaggio che mi piace particolarmente.
Skip,cara,non ti ci mettere anche tu!
Ero convinto che si producesse Rossese o è un refuso o è un vino che non conosco affatto.
RispondiEliminaed
RispondiEliminaNo Ed, nessun refuso.
skip e filo
Perché non vi registrate anche voi su blogger come ha fatto gturs e vi mettete un'icona o avatar che dir si voglia?
Eehmm...Alberto...qui casca l'asino!! Non farmi dire di più! Chiederò a Skip che è un'esperta!Grazie comunque.
RispondiEliminaMA SA LA gente che legge che tirare su quei muretti è una roba TURCA?
RispondiEliminaGrazie Alberto, non lo avevo ancora letto. E' perfetto.
RispondiEliminaMa perchè non proponiamo che questi muri a secco divengano un patrimonio culturale comune del ponente ligure? Non vorrei dire Unesco, ma qualcosa di molto simile. Forse si riuscirebbe a salvare qualcuna di queste cattedrali
Giarevel
RispondiEliminaE allora dovresti guardare anche QUI.