Ieri, sotto una pioggia inclemente che sembrava più bagnata del solito, dopo aver superato i picchi dei druidi avvolti nelle nebbie, sono sceso a Ceriana dova l'amica Seve mi aveva invitato a una manifestazione di fresciöi (frittelle) cucinati secondo le antiche tradizioni del paese. Il tutto organizzato per raccogliere fondi per Find the cure, una onlus che opera in India e Africa.
Di tutte le ricette mi ha più colpito quella in cui la materia prima è fatta del minestrone avanzato dalla sera precedente con l'aggiunta di un uovo e un po' di farina per la pastella. Tempi in cui nemmeno una briciola avanzata andava sprecata.
Forse è superfluo dire che dalle mie parti questo tipo di cibo è particolarmente gustoso perché viene fritto nell'eccellente olio extravergine di olive Taggiasche.
La varietà di frittelle, dolci o salate, è molto variegata, a seconda delle regioni e anche delle stagioni. Avete forse da proporne qualcuna in particolare e magari anche col nome in dialetto?
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Che fame che mi è venuta!:)
RispondiEliminaSembra davvero buono!!!
Grazie per le bellissime foto!!!! Speriamo di rivederci presto per farti assaggiare le altre specialità "Serianasche"
RispondiEliminaUn trionfo !!
RispondiEliminaAttento alla linea.
RispondiEliminaAnche io preparo sformati con mille e una verdura e con il minestrone che resta in pentola.
Vale
Le ultime tre foto sembrano quadri e, meglio ancora, l'evoluzione pittorica di un artista.
RispondiElimina(In questo modo, anche l'occhio ha avuto la sua parte!)Complimenti, ciao.
A parte il "polisterolo" e i "tricicli" nel sangue io adoro tutte le frittelle.
RispondiEliminaDi gianchetti, meluzzo, asparagi selvatici, cipolle e patate,tarassaco e porri,zucchine. Le erbette primaverili sono le + indicate.
Utilizzare tassativamente l'olio di oliva extra vergine da 3,49 euro il litro dei supermercati ....
mmmm che buono, mi sta venendo una fame...
RispondiEliminaLe foto sono molto invitanti: chissà che bontà quelle frittelle!!
RispondiEliminaMi hai fatto venire l'acquolina in bocca......me ne mandi una?!?
RispondiEliminaCiao:)
Mi piacciono molto le frittelle, sia dolci che salate. Mia mamma faceva i "frescioi de mera" dolci, gonfie, soffici,fritte in olio di oliva (non quello che dice Fuin!!)con una spolverata di zucchero. Ne ricordo ancora il gusto e il profumo anche perchè non ne ho mai più mangiato di eguali.
RispondiEliminaAlberto, le tue foto sembrano voler entrare nell'essenza delle cose! Ciao
Buone le frittelle...
RispondiEliminaOgni tanto, come ora, spariscono le immagini... Niente frittelle :-(
RispondiElimina...mi è venuta fame... :)
RispondiEliminaChe acquolina..
RispondiEliminaMi è venuto un appetito terribile al solo guardar le foto. Non è che puoi dare invece tu un paio di ricette? Mi incuriosice da morire quella fatta con gli avanzi del minestrone.
RispondiEliminaciao, silvano.
Che belle queste frittelle!:-)
RispondiEliminaParlando di frittelle a me vengono in mente queste nostre:
catas a imbudu
l'impasto viene fritto versandolo con un imbuto (imbudu) dal centro della padella, girando poi a spirale...
Una volta fritte si possono poi immergere nel miele caldo.. oppure spolverare di zucchero o anche mangiarle tali e quali! (a me piacciono in tutti i modi, a volte le preferisco proprio senza nulla..). Si fanno prevalentemente nel periodo di carnevale.
ciao, Al!
g
Sembrano buone e lo saranno senza'altro!
RispondiEliminaAnch'io non butto via niente e, quando avanzano maccheroni o verdure cotte o minestrone, ne faccio frittelle improvvisate, di fantasia che sono sempre gustose.
Ciao e buon appetito.
Ringrazio tutti dei commenti e soprattutto quelli che hanno condiviso altre ricette.
RispondiEliminaAlle Ragazze della Veglia, quando ritornerò farò una bella foto di gruppo di tutte voi. Poi, proprio stasera, Mariano, quello del ristorante, mi ha parlato di una vostra ricetta unica a base di maiale su cui voglio indagare a livello storico.
A Trieste le frittelle dolci o salate sono chiamate "palacinche" dal greco "plakoùnta" e latino "placenta". Svariate versioni appartengono alla cucina rumena (placînta), ungherese (palacsinta), della ex Yugoslavia (palacinka) ed austriaca (palatschinke).
RispondiEliminaLe più semplici consistono nel rammolire nel latte del pane raffermo tagliato a rondelle e fritto poi nell'olio e servito con una spolverata di zucchero e cacao.
Cucina povera, cibo degli dei...
:-)